ROMA – Famiglie in cui gli animali sono sempre più al centro, alimentando il fenomeno della denatalità in Italia. Durante l’udienza concessa ai Prefetti della Repubblica italiana, Papa Francesco ha denunciato a braccio “il problema della poca natalità in Italia”, una realtà che secondo il Pontefice sarebbe acuito dalla tendenza delle coppie a trattare cagnolini e gatti come fossero dei neonati, riservando loro il medesimo posto all’interno del nucleo familiare. Un fenomeno su cui il Papa ha invitato i fedeli a riflettere, prendendo in analisi anche le sue radici culturali. “Una terra dove mancano i figli, a me preoccupa” ha dichiarato il Pontefice, aggiungendo: “Pensate questo: la responsabilità che gli italiani hanno nel fare figli per crescere e anche ricevere i migranti come figli”.
Non è la prima volta che il Pontefice affronta questo tema. Già nel 2022 il Papa − sottolineando la grande questione europea delle culle vuote – aveva messo in guardia i fedeli da una cultura di “stampo egoista” sempre più capace di “confondere bambini e cagnolini”, mettendoli sullo stesso piano in una realtà confusa e dai tratti sfumati che, secondo Francesco “dice qualcosa di brutto” sulla nostra società.
La replica degli Animalisti Italiani alle parole di Francesco non era tardata ad arrivare. L’associazione pur ritenendosi d’accordo sulla necessità di dare speranza ai giovani al fine di formarsi una famiglia, aveva duramente attaccato il discorso del Papa, invitando attraverso un comunicato stampa a riflettere sulla relazione uomo-animale, definendolo un rapporto “altrettanto complesso e ricco d’amore, pari a quella tra genitori e figli”. “Gli animali sono una gioia immensa e richiedono cura, costanza e impegno – spiegavano i membri della onlus – e anche loro sono membri effettivi delle famiglie degli italiani. Le due sfere – avevano poi sottolineato – non devono assolutamente entrare in contrapposizione”.