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La Ue invoca “pause umanitarie”

Crisi in Medio Oriente
Onu tenta la mediazione
L'Ue invoca pause umanitarie

Il Papa potrebbe incontrare i familiari

degli ostaggi israeliani di Hamas

di Maddalena Lai27 Ottobre 2023
27 Ottobre 2023

Assemblea Generale dell'Onu a New York / foto Ansa

Il Vaticano deciderà entro il 27 ottobre se organizzare o meno un incontro tra il Papa Francesco e i familiari degli ostaggi israeliani di Hamas. A dichiararlo il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, a margine del convegno “Il cardinale Achille Silvestrini, uomo del dialogo”. Parolin si è poi unito all’appello del pontefice per chiedere che le ragioni della pace prevalgano “sulla violenza e sulla guerra”.  

Al voto dell’Onu la risoluzione della Giordania 

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, invece, voterà, dopo le polemiche delle ultime ore, sulla risoluzione presentata dalla Giordania in cui si richiede la fine immediata delle ostilità tra Israele e Hamas e l’apertura dei canali umanitari per Gaza.  La proposta è stata definita “ridicola” da Gilad Erdan, ambasciatore israeliano all’Onu. 

Hamas rilascerà gli ostaggi solo dopo il cessate il fuoco 

Nel frattempo Abu Hamid – il rappresentante della delegazione di Hamas in visita il 26 ottobre a Mosca – ha dichiarato al quotidiano russo  Kommersant che gli ostaggi non saranno rilasciati finché non verrà concordato un cessate il fuoco. Argomento che è stato, tra gli altri, anche oggetto di discussione tra la delegazione e il Ministero degli Esteri russo. 

La posizione dei 27 dell’Unione europea 

Accanto all’azione diplomatica statunitense attiva fin dalle primissime ore del conflitto medio-orientale, si è maggiormente definita in queste ore quella europea, pur rimanendo segnata da animi diversi. 

Al termine del vertice del Consiglio europeo di ieri giovedì 26 ottobre, infatti, i 27 leader, dopo una lunga e accesa trattativa, sono riusciti a trovare un’intesa, il cui cardine sono le “pause umanitarie”. I vertici ribadiscono, a scanso di equivoci, che non si tratta di un cessate il fuoco – su cui tanto aveva premuto il premier spagnolo Pedro Sanchez e il Taoiseach irlandese Leo Varadkar – bensì di un modo di consentire gli aiuti alla popolazione civile. 

Il Consiglio europeo si dichiara al fianco di Israele e impegnato per la sconfitta di Hamas, ma caldeggia, al contempo, le azioni atte ad evitare l’escalation e quelle mirate a trovare una risoluzione pacifica tra i due Stati. Si impegnerà, infatti, anche nella promozione di una conferenza di pace. 

Un’importante via diplomatica, come suggerito dalla presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, potrebbe essere quella di dare un “maggior peso all’Autorità Nazionale Palestinese”, la cui autorità sulla Striscia di Gaza è venuta meno nel 2007. 

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