Come ha detto lui stesso, il nuovo vescovo di Roma, Papa Francesco – al secolo Jorge Mario Bergoglio – viene da molto lontano, quasi alla fine del mondo, dall’Argentina, dove nella Patagonia, regione della Terra del Fuoco, troviamo Ushuaia, il centro abitato più a sud del mondo. Nato a Buenos Aires, città di cui è arcivescovo dal 1998, il nuovo Pontefice ha origini italiane: nonno di Bricco Marmorito di Portacomaro in provincia di Asti e padre torinese emigrato in Argentina.
La festa albiceleste. Subito dopo la fumata bianca, a Roma, in Piazza San Pietro, esplode un boato con urla e canti in un crescendo fino al momento dell’”Habemus Papam”; tuttavia nulla in confronto a quanto accaduto in Argentina. A Buenos Aires la gioia esplode intorno alle 4 del pomeriggio, ora locale, con esultanze paragonabili alla vittoria di un Mondiale. Le home page dei siti nazionali postano immediatamente la foto del nuovo Pontefice, mentre la notizia si propaga attraverso tutti i mezzi di informazione. Il Clarin, quotidiano di Buenos Aires, parla di un giorno storico mentre La Nacion ha salutato l’elezione di Papa Francesco descrivendolo come «un austero cardinale e uomo comune […] consapevole dei problemi che affliggono il Vaticano e che nidificano nel Cattolicesimo». La ‘presidenta’, Cristina Kirchner, ha scelto twitter per augurargli «un lavoro pastorale fruttuoso per la difesa della giustizia, dell’eguaglianza, della fraternità».
C’è sorpresa in tutto il Paese per la scelta di un Papa argentino vicino alla povera gente. Una vicinanza ricambiata dai suoi fedeli che nel 2001, quando fu ordinato cardinale, arrivarono a fare una colletta per accompagnarlo a Roma, salvo poi rinunciare su richiesta dell’allora Arcivescovo Bergoglio che chiese di distribuire la somma tra i poveri. Appassionato di tango e sport (tifosissimo del San Lorenzo de Almagro), proprio dai suoi connazionali sportivi arrivano gli auguri più sentiti con l’attaccante del Barcellona e della Seleccion, Leo Messi, che ha detto di volergli dedicare la vittoria nei prossimi mondiali di calcio nel 2014, mentre Diego Maradona gli ha fatto i suoi auguri esprimendo il desiderio di incontrarlo.
Un oriundo con sangue piemontese. Jorge Mario Bergoglio non ha mai, però, dimenticato le sue origini, mantenendo sempre i legami con le terre della sua famiglia: dieci anni fa una visita nel paese del nonno per incontrare alcuni cugini e visitare i suoi luoghi d’origine. Ieri, grande festa nell’astigiano con il sindaco, Fabrizio Brignolo, che parla di «un grande momento di emozione». Auguri anche dall’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia: «Il Santo Padre, che nel nome scelto richiama l’umile Poverello di Assisi, saprà portare un soffio di rinnovamento […] siamo anche orgogliosi, come piemontesi, che la famiglia di Papa Francesco abbia origini nelle nostre terre».
E l’abbraccio dei piemontesi al nuovo Pontefice potrebbe arrivare molto presto, il prossimo 30 marzo, vigilia di Pasqua, quando a Torino ci sarà l’ostensione della Sacra Sindone.
Domenico Cavazzino