“Roma possiede una vocazione universale”, sono le parole di Papa Francesco dopo esserci affacciato insieme alla sindaca Virginia Raggi dal balcone del Campidoglio che dà sui Fori Romani. Ma “ancora più decisivo – ha aggiunto il Pontefice – è che Roma si mantenga all’altezza dei suoi compiti e della sua storia, che sappia anche nelle mutate circostanze odierne essere faro di civiltà e maestra di accoglienza”.
“La Città eterna – ha detto il Pontefice – è come un enorme scrigno di tesori spirituali, storico-artistici e istituzionali, e nel medesimo tempo è il luogo abitato da circa tre milioni di persone che qui lavorano, studiano, pregano, si incontrano e portano avanti la loro storia personale e familiare, e che sono nel loro insieme l’onore e la fatica di ogni amministratore, di chiunque si impegni per il bene comune della città”.
Rivolgendosi al Papa, la Raggi ha sottolineato il ruolo della Capitale. “Roma, città aperta, città del multilateralismo e del multiculturalismo – ha affermato – ospita le rappresentanze diplomatiche di tutto il mondo con le quali è vivo un rapporto di confronto e dialogo costante. Un rapporto che viene consolidato attraverso numerose iniziative di interrelazione”.
E su questo punto il Papa ha ribadito l’importanza del lavoro della giunta capitolina. “Questa peculiare identità storica, culturale e istituzionale di Roma postula che l’Amministrazione capitolina sia posta in grado di governare questa complessa realtà con strumenti normativi appropriati e una congrua dotazione di risorse”.
Prima di congedarsi dall’incontro, la Raggi ha annunciato l’intitolazione della Sala piccola Protomoteca in Campidoglio all’enciclica Laudato Sì con “l’espressa volontà di raccogliere le sfide quotidiane in essa contenute”.