ROMA – Le parole del Papa sul “genocidio” in corso nella Striscia di Gaza aprono uno scontro diplomatico con Israele. Nel suo nuovo libro “La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore” in uscita per il Giubileo 2025, Bergoglio ha invitato a “indagare con attenzione per determinare se si inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”.
Immediata la reazione dell’ambasciata israeliana presso la Santa Sede: “Il 7 ottobre c’è stato un massacro genocida”, ha dichiarato, rivendicando il “diritto all’autodifesa di Israele”.
Le reazioni in Ue
L’Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha commentato le parole del Papa promettendo di presentare “una proposta sul dialogo politico con Israele e su non commerciare i prodotti che vengono da territori occupati”. Inoltre, ha ricordato che “il 70% dei morti a Gaza sono donne o bambini”.
Alla sua dichiarazione ha fatto seguito quella del ministro degli esteri Antonio Tajani, che in Consiglio europeo ha cercato di ridimensionare le accuse rivolte contro Israele: “Boicottare il dialogo con Israele non ha alcun senso. Pensare di interrompere il dialogo non è utile”.
Hezbollah accetta la proposta di tregua
Secondo la Tv libanese Lbci, Hezbollah avrebbe accettato con riserva l’ultima proposta statunitense di cessate il fuoco. Diversi i punti ancora in sospeso, da discutere durante i negoziati.
Sul campo, otto paramedici sono rimasti vittime dell’attacco di oggi all’alba nel sud del Libano, a Nabatieh. Il Libano accusa Israele di “prendere deliberatamente di mira” i soccorritori in Libano. Dall’altro lato Hezbollah ha lanciato 30 razzi nella Galilea occidentale: nessun ferito.