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Il Papa a Cagliari: “E’ difficile avere dignità senza lavoro”. Oltre 400mila persone per salutare Francesco

di Mariangela Cossu23 Settembre 2013
23 Settembre 2013

Il tema della disoccupazione e parole di fiducia per i ragazzi sardi sono stati al centro del viaggio apostolico del santo Padre in Sardegna. Il Pontefice ha definito la mancanza di lavoro “una grande sofferenza”che rischia di togliere dignità alle persone. Ha inoltre invitato i fedeli al coraggio che viene da dentro,un appello fatto “non come lo farebbe un impiegato della Chiesa”. Contro un modo di pensare “apocalittico”, per guardare alla crisi economico finanziaria non come “tragedia”, ma come “opportunità”.
In quasi undici ore in Sardegna, dense di incontri, il Papa latinoamericano si è confrontato con le povertà e difficoltà dell’isola per infondere un po’ di “fiducia”. E lo ha fatto chinandosi sugli ultimi, guardando a loro come fratelli: “Qui tra noi nessuno è migliore degli altri”, ha detto in cattedrale incontrando poveri e detenuti.
Il pontefice è arrivato in via Roma a Cagliari e ad attenderlo c’erano migliaia di persone. Sul palco allestito davanti a largo Carlo Felice, un cassintegrato, un pastore e un’imprenditrice, ciascuno per leggergli una lettera. Con loro anche una trentina di persone rappresentanti delle varie realtà lavorative della Sardegna. Il Papa dapprima ha ascoltato le loro richieste, poi ha cominciato a leggere il suo discorso. Ma dopo poche frasi si è fermato e ha e continuato a parlare a braccio.
Il santo Padre ha poi celebrato la messa nella basilica di Bonaria, alla quale hanno assistito anche 1.600 malati. Si è poi fermato a pregare all’interno del Santuario assieme ai padri e alle suore mercedari, custodi del simulacro della Vergine di Bonaria.
Poveri e detenuti in cattedrale hanno anche ascoltato una forte denuncia verso chi sfrutta i bisognosi e la carità: chi lo fa, ha ribadito, “commette un peccato grave, e sarebbe bene che se ne andasse a casa”. Agli accademici e docenti che nel pomeriggio lo hanno incontrato nella Facoltà di Teologia della università retta dai gesuiti, ha chiesto di vincere la disillusione e ha incoraggiato ad una presa di coscienza sociale, evitando “quel lavarsi le mani alla Pilato”. La giornata si è conclusa con la festa dei ragazzi sardi, tra acclamazioni e canti folcloristici.
C’era grande attesa in Sardegna – colpita da una crisi economica senza precedenti con un indice di povertà relativa il doppio rispetto al dato nazionale – di una parola di sostegno dal Papa. E Francesco non si è sottratto alla richiesta dei suoi fedeli.

Mariangela Cossu

 

 

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