ROMA – “Mi muoverò affinché Ilaria Salis abbia un equo trattamento”. Così Viktor Orban, premier ungherese, durante l’incontro di mercoledì 31 gennaio all’Hotel Amigo di Bruxelles con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Una vicenda, quella di Salis, che crea uno squarcio politico dopo le parole del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che sulla 39enne detenuta in Ungheria ha detto: “Se viene condannata è un pericolo”.
La querela del padre di Salis dopo le parole di Salvini
Sarebbe assurdo, secondo Salvini, che “Salis in Italia faccia la maestra se fosse dichiarata colpevole”. Il riferimento è anche al presunto coinvolgimento in un attacco a un gazebo del Carroccio nel 2017. Il padre della giovane, Roberto, intanto, ha annunciato che sporgerà querela verso il segretario leghista e i giornalisti Giuseppe Brindisi e Alessandro Sallusti, colpevoli di “attacchi ignobili” verso la figlia.
Tuttoscuola, però, spiega che la 39enne “non lavora come maestra in una scuola primaria, mentre ha svolto delle supplenze brevi in una scuola secondaria di primo grado, ovvero alla scuola media, come docente di Lettere. E non è neanche un’insegnante precaria con contratto annuale (fino al termine delle lezioni o fino al 31 agosto), ma ha fatto supplenze occasionali fino all’anno scorso”.
Il memoriale di Salis e la difesa di Orban
Fa discutere, intanto, il memoriale di Salis diffuso da La7 in cui la giovane descrive le condizioni disumane in cui vive. “Ventitre ore su ventiquattro in cella”, “Plastica e capelli nel cibo”, “Trattata come le bestie”. Ma l’Ungheria si difende. Orban sottolinea che Salis “non è isolata dal mondo” e che le misure applicate nei suoi confronti “sono adeguate alla gravità del reato commesso”. Il premier ungherese ha specificato che in ogni caso “la magistratura non dipende dal governo, ma dal Parlamento”.
L’informativa urgente di Tajani
Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, chiede attenzione a “non trasformare un caso giudiziario in politico”. Per tentare di risolvere al più presto la questione più importante, ovvero garantire un trattamento equo e dignitoso a una connazionale incarcerata all’estero, Tajani terrà un’informativa urgente del Governo l’8 febbraio alle 10.30 alla Camera e alle 12.30 al Senato. Gli eurodeputati Pd, infine, scrivono all’ambasciatore ungherese in Ue sul caso, dicendosi “profondamente preoccupati dalle condizioni di detenzione”.