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Il nuovo “Pubblico” di Telese.

di Francesca Ascoli13 Luglio 2012
13 Luglio 2012

Sarà in edicola il prossimo 18 settembre, venti pagine al prezzo di 1,50, “Pubblico”, il nuovo giornale fondato da Luca Telese. Telese, che ha contribuito alla nascita de “Il Fatto Quotidiano”, dopo vari mesi di dissidi e malessere lascia il giornale diretto da Antonio Padellaro.La rottura definitiva arriva a causa del titolo “Parmacotti” comparso sulla prima pagina del Fatto all’indomani della vittoria del grillino Pizzarotti a Parma. Il giornalista non condivide l’appoggio del suo giornale al Movimento Cinque Stelle. Per Telese: «La mission di quel giornale si è esaurita. Non è passato dalla protesta alla proposta. Quando il governo Berlusconi è caduto, ci siamo chiesti: ora cosa dobbiamo cambiare? Travaglio ha detto: nulla. Io ho risposto: tutto. Ecco perché vado via. Perché non puoi continuare, a guerra finita, a mozzare le teste di cadaveri sul campo. Non puoi solo demolire. È il momento di costruire».  Un divorzio inaspettato quello fra i due giornalisti che Telese giustifica cosi:«Non c’è stato nessun litigio…diciamo che al Fatto eravamo divisi tra Bosnia-Erzegovina e Croazia. E che politicamente, a un certo punto, hanno preso il potere i croati. Così dopo il primo turno delle amministrative Beppe Grillo è diventato Gesù. Casaleggio un guru. Ma il povero Tavolazzi non lo si poteva intervistare… Troppo per me».

Pubblico sarà un giornale coloratissimo, solare, pieno di storie di gente normale, afferma il fondatore. Un giornale di giovani giornalisti, dove l’età media e di trentacinque anni. Con lui andranno una squadra di sette giornalisti del suo ex giornale, tra cui Federico Mello e Manolo Fucecchi. Ma anche Francesca Fornario (l’Unità), Tommaso Labate (già al Riformista) e Stefania Podda (Liberazione). E poi firme come Ritanna Armeni, Corrado Formigli, Mario Adinolfi, Marco Berlinguer e Carlo Freccero.

Ci si chiede se sia veramente utile un altro giornale di sinistra, perché non lavorare in una testata già esistente:«Perché nessuno ci vorrebbe dentro. Nè Il Manifesto che il giorno in cui i black blok devastano Roma dice: “Compagni che sbagliano”. Nè l’Unità che oggi non è il giornale del Pd, ma della sua segreteria» risponde Telese.

Per il giornalista “un giornale cosi non esiste”.

Francesca Ascoli

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