Papa Francesco, durante la presentazione del libro La saggezza del tempo, ha affermato che «un governo deve avere cuore aperto per ricevere, le strutture buone per fare la strada dell’integrazione, e anche la prudenza di dire: fino a questo punto posso, poi non posso più». Il Pontefice, nella sua risposta a molteplici domande poste, tra i tanti, anche dal regista Martin Scorsese, ha messo in guardia contro i populismi e ha invitato a fare tesoro dell’eredità delle due guerre mondiali. È necessario evitare di replicare i danni del nazismo e degli impegni assunti da Hitler «che aveva promesso lo sviluppo della Germania». Parole forti che intendono invitare all’accoglienza ma, soprattutto, all’accompagnamento e all’integrazione dei migranti.
Papa Francesco non intendeva parlare di politica, ma di umanità e ha sostenuto che «oggi c’è una terza guerra mondiale a pezzetti, guardate alla mancanza di umanità, all’aggressione, all’odio, anche alla deformazione della religione. Seminare odio è la strada del suicidio dell’umanità». Parole dure che invitano i paesi all’accoglienza e alla cooperazione. Il Pontefice si è rivolto soprattutto all’Europa chiedendo maggiore collaborazione nella gestione dell’ “emergenza” migranti poiché «il peso più grande lo hanno portato la Spagna, l’Italia e la Grecia ed anche Cipro».Papa Francesco ha affrontato, inoltre, il tema della sofferenza: «Che cosa faccio quando vedo che il Mediterraneo è un cimitero? Dico la verità, soffro, prego, parlo. Non dobbiamo accettare questa sofferenza, dire “ma tanto si soffre dappertutto”, e andare avanti. No». La strada indicata dal Pontefice è quella della “tenerezza”, “mitezza”, vicinanza”. Le crudeltà del mondo ci invitano, ha affermato il Papa, alla saggezza del piangere: «il pianto è cristiano, chiediamo la grazia delle lacrime».