Più di 200 Paesi, 5000 associazioni e moltissime istituzioni e governi hanno aderito ieri al flash mob planetario contro la violenza sulle donne, nell’ambito della campagna internazionale «One Billion Rising» (un miliardo che si solleva). Proprio nel giorno di San Valentino le donne di tutto il mondo, dal Congo a Nuova Delhi, da Ankara ad Hong Kong, da Sarajevo a Londra hanno ballato nelle strade e nelle piazze delle proprie città per invertire la rotta delle ultime statistiche che denunciano l’omicidio di una donna su tre nel mondo, vittima di un padre, di un marito, di un compagno, di un ex, di un fratello e per chiedere ai governi pene più severe. Le adesioni sono state davvero milioni e la cosa interessante è la partecipazione anche di uomini, tra cui alcune celebrità come Robert Redford e il Dalai Lama.
Il ballo è stato identico per i cinque continenti: l’8 gennaio era stato caricato su Youtube un video tutorial in preparazione all’evento, in modo che tutti i partecipanti potessero imparare in anticipo la coreografia della danza sulle note di Break the Chain.
Flash mob a Roma. Un guanto bianco sporco di sangue, un indumento rosso e la bandiera dell’Italia hanno contraddistinto il flash mob di Roma organizzato dall’associazione Hands off Women, partito da Trinità dei Monti per arrivare a piazza di Spagna a ritmo di tamburi e a suon di slogan. L’Italia non ha concluso meglio di altri Paesi il suo bilancio 2012 in tema di femminicidio: 127 le donne uccise nel nostro Paese.
Al “ballo di solidarietà”, riferisce la stampa turca, hanno partecipato deputate dei quattro partiti rappresentati nel parlamento turco per dire con forza che non esistono partiti quando si parla di violenza sulle donne.
La mobilitazione è nata da un’idea della commediografa americana Eve Ensler, autrice di Monologhi della vagina, opera teatrale contenente monologhi che affrontano vari temi: sesso, stupro, amore, nascita e molti altri. La concezione di fondo dell’opera è che la vagina per le donne non sia semplicemente un organo del proprio corpo, ma anche la rappresentazione della loro individualità. E proprio i Monologhi hanno dato vita al movimento V-Day, fondato nel 1998, la cui “V” rimanda a Valentino, Vagina, Vittoria. L’organizzazione riunisce donne di Paesi, culture ed estrazioni sociali diverse e si batte contro lo stupro, la violenza domestica, il femminicidio, la schiavitù sessuale, la cultura della prevaricazione maschile per promuovere la dignità della donna. “La violenza degli uomini sulle donne non è legata alla cultura di un popolo o di un Paese, ma è un problema del mondo intero, in quello occidentale come in Africa, attraversa tutte le classi sociali, le età, le culture, le religioni”, ha dichiarato la Ensler.
Sanremo per le donne e per l’amore. E anche la serata di ieri a Sanremo è stata la serata delle donne e dell’amore. Parte con tono ironico Luciana Litizzetto nel suo monologo, poi si fa seria e profonda: “Un uomo che ci mena, non ci ama, mettiamocelo in testa, salviamocelo nell’hard disk e -continua- non è questo l’amore. Un uomo che ci picchia è uno stronzo”. Si toglie le scarpe e comincia a ballare sul palco insieme ad altre 50 donne, certo un po’ impacciata, ma si è messa in gioco, ha dato il suo contributo e ha coinvolto il pubblico dell’Ariston e i telespettatori. Poi interviene Fazio: “Sono anni che la tv italiana non ha un talento e una donna così bella come Luciana”.
Francesca Polacco