Daniel Barenboim è l’uomo più importante della musica classica tedesca. Il direttore d’orchestra argentino-israeliano è il numero uno dell’Opera di Stato di Berlino dal 1992, “è l’unica star internazionale della città”, disse di lui l’ex sindaco Klaus Wowereit. Oggi Barenboim è al centro di una furiosa polemica: accusato da alcuni orchestrali di avere uno stile aggressivo, dispotico e di essere umiliante, il celebre direttore argentino si è difeso in un’ampia intervista al settimanale tedesco Die Zeit, nella quale ha sostenuto di essere vittima di una vera e propria “campagna” dai tempi “sospetti”.
Nelle sue dichiarazioni, il direttore entra nel merito delle critiche di un timpano solista, Willi Hilgers, caduto in depressione a causa dei modi del maestro, dopo aver lavorato con lui alla Staatskapelle dal 1998 al 2013. “Mi dispiace molto che sia stato male, però respingo l’accusa di aver praticato un mobbing in modo mirato, di averlo offeso o umiliato – ha replicato Barenboim – questo vorrebbe dire che si ha l’intenzione di danneggiare qualcuno, di ferirlo. Non ho commesso alcun crimine, non ho molestato né violentato nessuno”, si è difeso il direttore argentino.
Il caso Barenboim è esploso con le dichiarazioni anonime di tre orchestrali, pubblicate qualche settimana fa sul magazine musicale online Van. Le dichiarazioni raccolte disegnavano il ritratto di un uomo collerico e lunatico: “Non ho ancora incontrato nessuno che, senza motivo, si infuria così tanto nel giro di un millesimo di secondo. Nei miei confronti ha passato il segno centinaia di volte, offendendomi”, raccontava uno dei musicisti intervistati. Dopo che ieri il quotidiano Die Welt ha pubblicato la testimonianza di un trombettista che afferma di essere stato isolato e mortificato dal suo ex direttore, il clima attorno alla star musicale si fa sempre più rovente e, probabilmente, è destinato a scaldarsi ancora.