È arrivato alla Camera per la conversione in legge il decreto che dal 6 agosto ha introdotto in Italia l’obbligo del Green pass. Palazzo Chigi ha ufficialmente negato di voler porre la fiducia per l’approvazione del testo, anche tenendo conto che il leader della Lega Matteo Salvini aveva chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi di evitarla, ma la decisione definitiva sarà presa solo nelle prossime ore. Il governo infatti valuta sempre più concretamente la possibilità di porre la fiducia per il voto sul testo domani, aggirando i mal di pancia di parte di leghisti e Cinque stelle.
Gli iscritti a parlare alla Camera sono una dozzina, per cui è prevedibile che il dibattito impegni gran parte della giornata. Il deputato del Pd Andrea Romano nel suo intervento ha sostenuto che l’alternativa al vaccino è il ritorno alle chiusure e quindi: “Chi si batte per l’Italia non può che accogliere positivamente l’utilizzo del green pass”.
Nelle scorse ore, la maggioranza, ad esclusione della Lega, ha preso posizione sull’estensione dell’obbligo della certificazione verde anche agli statali. In risposta alle dichiarazioni del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta – che aveva definito il green pass come “un passaporto di sicurezza” – Matteo Salvini ha aperto sull’ipotesi di estendere l’obbligo anche a chi è in contatto con il pubblico: “Possiamo ragionarci, ma se ne parla la prossima settimana in cabina di regia”. Per la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni invece il certificato verde è “una misura discriminatoria”.
Oggi pomeriggio alle 18 è previsto l’incontro tra sindacati e Confindustria per discutere dell’estensione del pass sui luoghi di lavoro. I sindacati si sono già detti favorevoli ad un obbligo di vaccinazione per i dipendenti se deciso per legge.