L’economia italiana torna a crescere con un + 0,6%, meglio delle previsioni per il 2023, ma in ribasso rispetto al + 2,4% stimato solo lo scorso aprile. Il calo del debito, dell’inflazione e soprattutto del deficit, consegna un ‘tesoretto’ da 10 miliardi al prossimo Governo di centrodestra. Questo è il quadro macroeconomico presentato nella Nadef, la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, approvata ieri in Consiglio dei ministri.
Una Nadef che per la prima volta nella storia del nostro Paese illustra solo la fotografia “tendenziale” delle variabili macroeconomiche, ovvero cosa succederà all’economia a politiche invariate, senza ipotizzare interventi di spesa, risparmi, investimenti lasciati dal governo Draghi ai prossimi inquilini di Palazzo Chigi. È chiaro però che la cornice tracciata nella Nadef condizionerà l’azione del nuovo esecutivo, a partire dall’impostazione della legge di bilancio per il 2023, da presentare a Bruxelles entro novembre. “I prossimi mesi saranno complessi, alla luce dei rischi geopolitici e del probabile permanere dei prezzi dell’energia su livelli elevati”, si legge nel documento ma “le risorse a disposizione del Paese per rilanciare gli investimenti pubblici e promuovere quelli privati, non hanno precedenti nella storia recente e potranno dar luogo a una crescita sostenibile ed elevata, così da porre termine alla lunga fase di sostanziale stagnazione dell’economia”. Nella Nota sono poi illustrate nel dettaglio le previsioni di spesa per i fondi del Pnrr assegnati all’Italia. Dei 191,5 miliardi stanziati “circa 21 saranno effettivamente spesi entro la fine di quest’anno”, mentre i restanti 170 miliardi saranno spesi “nei prossimi 3 anni e mezzo”. Risorse che “se pienamente utilizzate” daranno “un contributo significativo alla crescita”.
Intanto il dollaro è sempre più forte sui mercati internazionali, con l’euro di nuovo in calo sulla moneta statunitense a 0,96 e la sterlina che perde l’1,1% rispetto alla valuta Usa.