Non sono passate inosservate le affermazioni di Mario Draghi. Ieri il presidente della Banca Centrale Europea ha affrontato il “problema Italia” nella conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio dei governatori della Bce. Le sue dichiarazioni sulle conseguenze dell’innalzamento dello spread e il conseguente invito ad abbassare i toni, hanno prodotto numerose reazioni.
Il ministro degli Affari Europei Paolo Savona assicura: “Non c’è alcun dubbio che il governo rimanderà la manovra tale e quale”. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini aggiunge: “Anch’io sono per un accordo, ma sulle nostre posizioni”. Il vicepremier Luigi Di Maio torna invece sull’innalzamento del differenziale btp/bund, sostenendo che “il problema non è legato alla manovra ma alla paura dei mercati che il paese possa uscire dall’euro”.
Polemico anche Alberto Bagnai, presidente della Commissione Finanze al Senato, che afferma: “Risulta improprio che il massimo responsabile della stabilità finanziaria in Europa emetta degli allarmi, seppur velati e temperati, circa la tenuta delle banche di un paese che è sotto il controllo della sua vigilanza”.
Sulle dichiarazioni di Bagnai è intervenuto poco fa il presidente di Confcommercio imprese per l’Italia, Carlo Sangalli, che ha sottolineato la necessità di un confronto costruttivo. Si auspica il dialogo per l’impianto della prossima legge di bilancio che deve coinvolgere l’Europa, il Parlamento e le parti sociali. Il governo “faccia chiarezza sul modo in cui il maggiore deficit si tradurrà in investimenti; chiarezza sul modo in cui la maggiore spesa sociale si tradurrà anche in più occupazione del giovani. Perché più investimenti e più occupazione significano più crescita e quindi più sostenibilità del debito pubblico”. Ed è anche ciò che ha affermato, ieri, Mario Draghi: “Sono fiducioso che un accordo sarà trovato”.