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HomeEconomia Il governo pensa al Cantiere Taranto

Università, sanità e lavoro
Ecco il "Cantiere Taranto"
per rilanciare la città

Il premier Conte punta al decreto legge

Nel progetto anche piani per l'ex Ilva

di Diana Sarti25 Novembre 2019
25 Novembre 2019

Gli impianti della fabbrica Ilva di Arcelor Mittal a Taranto, 15 novembre 2019. ANSA/DONATO FASANO

Un decreto legge non solo per l’ex Ilva bensì per tutta la città. Si tratta del “Cantiere Taranto” che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intende varare a breve. A annunciarlo è Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza, con una intervista su La Stampa.

Nel progetto tante le misure previste: un’Università per scoraggiare la fuga dei giovani, un rafforzamento dei presidi sanitari e poi, ancora, interventi per ricollocare sia i 500 dipendenti che non lavoreranno più nel porto sia i 1.900 cassintegrati a carico dell’amministrazione straordinaria dell’Ilva: la misura sarebbe allargata, in caso, anche agli eventuali altri esuberi di ArcelorMittal. Infine anche il rilancio della cantieristica militare, civile e lo sblocco dei progetti contenuti nel Contratto istituzionale di sviluppo, dal valore di 1 miliardo di euro.

Proprio in merito al Cis interviene il sottosegretario Turco: “Sono oltre 10 anni che Taranto ha delle risorse a disposizione, che però tutti i governi che si sono succeduti nel tempo non hanno utilizzato. Negli ultimi 2-3 anni c’è stata un’accelerazione minima e per questo oggi stiamo programmando una nuova governance proprio per cercare di realizzare quanti più interventi possibili, a partire dai piani per la riqualificazione del porto e di alcune aree della provincia. Il Cis però è una misura del passato: ora occorre andare oltre.”

Il Cantiere Taranto si basa sull’idea di fare interventi aggiuntivi rispetto a quelli del tavolo inter-istituzionale, come spiega Turco: “Parliamo innanzitutto di un intervento di tipo socio-culturale a favore del territorio”.

Il sottosegretario poi, sull’ex Ilva, dice che il governo pensa di creare un fondo per favorire mobilità e reinserimento per i cassintegrati, così come di sfruttare la disponibilità di alcune imprese pubbliche che potrebbero trasferire a Taranto alcune fasi dei loro processi produttivi.

Infine sugli esuberi propone di “sollecitare imprese private e internazionali a usare Taranto come base del loro business, puntando sugli incentivi della zona franca che consente un credito fiscale del 50% con un tetto di 50 milioni.”

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