Un decreto legge non solo per l’ex Ilva bensì per tutta la città. Si tratta del “Cantiere Taranto” che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intende varare a breve. A annunciarlo è Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza, con una intervista su La Stampa.
Nel progetto tante le misure previste: un’Università per scoraggiare la fuga dei giovani, un rafforzamento dei presidi sanitari e poi, ancora, interventi per ricollocare sia i 500 dipendenti che non lavoreranno più nel porto sia i 1.900 cassintegrati a carico dell’amministrazione straordinaria dell’Ilva: la misura sarebbe allargata, in caso, anche agli eventuali altri esuberi di ArcelorMittal. Infine anche il rilancio della cantieristica militare, civile e lo sblocco dei progetti contenuti nel Contratto istituzionale di sviluppo, dal valore di 1 miliardo di euro.
Proprio in merito al Cis interviene il sottosegretario Turco: “Sono oltre 10 anni che Taranto ha delle risorse a disposizione, che però tutti i governi che si sono succeduti nel tempo non hanno utilizzato. Negli ultimi 2-3 anni c’è stata un’accelerazione minima e per questo oggi stiamo programmando una nuova governance proprio per cercare di realizzare quanti più interventi possibili, a partire dai piani per la riqualificazione del porto e di alcune aree della provincia. Il Cis però è una misura del passato: ora occorre andare oltre.”
Il Cantiere Taranto si basa sull’idea di fare interventi aggiuntivi rispetto a quelli del tavolo inter-istituzionale, come spiega Turco: “Parliamo innanzitutto di un intervento di tipo socio-culturale a favore del territorio”.
Il sottosegretario poi, sull’ex Ilva, dice che il governo pensa di creare un fondo per favorire mobilità e reinserimento per i cassintegrati, così come di sfruttare la disponibilità di alcune imprese pubbliche che potrebbero trasferire a Taranto alcune fasi dei loro processi produttivi.
Infine sugli esuberi propone di “sollecitare imprese private e internazionali a usare Taranto come base del loro business, puntando sugli incentivi della zona franca che consente un credito fiscale del 50% con un tetto di 50 milioni.”