Prima dello scoppio della pandemia c’era un governo sull’orlo della crisi, con Matteo Renzi e la sua Italia Viva che tenevano la maggioranza sul filo del rasoio. Poi c’è stata la fase più acuta dell’emergenza sanitaria e le polemiche sono state accantonate. Ma, già da qualche settimana, le vecchie ruggini sono venute fuori. Dalle riaperture delle attività alla questione dpcm, le polemiche sono tornate in diverse occasioni, fino ad esplodere definitivamente in questi giorni.
La discussione nasce dalla proposta della ministra delle Politiche Agricole, la renziana Teresa Bellanova, di regolarizzare i circa 600mila migranti irregolari nel nostro Paese, che oggi lavorano come braccianti nei campi o badanti dentro le nostre case. Il Movimento 5 Stelle si è spaccato: da un lato il capo politico ad interim Vito Crimi e Nunzia Catalfo, ministra del Lavoro, dall’altro l’ala del Movimento che segue il presidente della Camera, Roberto Fico, favorevole all’ipotesi.
Il tono della discussione si è alzato e il leader del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, ha augurato questa mattina una soluzione rapida della vicenda: “Il piano proposto è corretto, è un’esigenza sotto tanti aspetti – ha spiegato il presidente della Regione Lazio – C’è rigidità soprattutto per ragioni di visibilità politiche”. Poi ha invitato l’esecutivo a “dialogare con le opposizioni” e ha sottolineato che “se questo governo non ce la fa è difficile che si possa riproporre una maggioranza diversa”.
Ieri Matteo Renzi è tornato ad attaccare il premier Giuseppe Conte e l’esecutivo: “Il governo può dirmi se usare o no la mascherina o se evitare gli assembramenti – ha scritto l’ex presidente del Consiglio – Ma se vengono consentiti gli incontri non è un dpcm che può dire il prozio sì, l’amico no. Se diventassero premier Salvini o Meloni potrebbero fare la stessa cosa”.
Oggi proseguirà il confronto nella maggioranza sulle regolarizzazioni, con la ministra Bellanova e Italia Viva che minacciano concretamente di lasciare il governo se non arrivasse l’ok al provvedimento.