Il caso Ilva scuote la maggioranza. La battaglia tra Arcelor Mittal e l’esecutivo giallorosso sul futuro dell’acciaieria di Taranto va avanti da giorni ed è sempre più concreto il rischio che lo scontro possa aprire una crisi nella maggioranza, minata da due posizioni antitetiche.
Il dibattito ruota intorno allo “scudo penale”, con la misura che divide i pensieri degli esponenti del Movimento Cinque Stelle e del Partito Democratico. L’M5S non vuole concederla, mentre il Pd si allinea al premier Giuseppe Conte, che resta fermo sull’introduzione dello scudo ma chiedendo in cambio una serie di garanzie da parte di Arcelor Mittal sul profilo occupazionale e nella sfera degli investimenti.
La commissione Finanze della Camera ha respinto la proposta di Italia Viva e Forza Italia per la reintroduzione della misura, giudicando inammissibili gli emendamenti presentati al dl fiscale. La motivazione sarebbe legata “all’estraneità di materia”.
Immediata la reazione di Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati: “Nello stesso decreto vengono stanziati 400 milioni di euro in favore di Alitalia. Noi faremo ricorso – con le idonee motivazioni tecniche – sulla declaratoria di inammissibilità e, ove venisse ulteriormente respinto, ci appelleremo al presidente Roberto Fico”.
Il leader del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio sposta l’attenzione sullo scontro con Arcelor Mittal, dicendo che “lo Stato impugnerà l’atto con cui hanno avviato l’uscita dall’Italia”, smentendo ogni piano alternativo: “Non ho cercato di piazzare l’Ilva ai cinesi perchè io credo che ci sia ancora un interlocutore”. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha cercato di calmare le acque, parlando di “assenza di divisioni e presenza di dialettica” a margine di un incontro a Napoli.
Nel dibattito nella maggioranza si inserisce il leader della Lega Matteo Salvini, che a Mattino Cinque ha attaccato il governo. “Quello che mi interessa è che non cadano gli operai”, spiega Salvini. L’accusa è poi rivolta all’esecutivo, reo di “giocare con la vita di 20mila operai in Italia, non solo a Taranto”.