Marco Ragusa è un gamer professionista, campione in carica del videogioco Quake. A Lumsanews racconta com’è passato da giocare ai videogame per svago a competere come professionista
Come e quando ha iniziato a giocare?
Un po’ come tutti ho iniziato a giocare quando ero molto piccolo. Playstation o Playstation 2 che fosse, in casa giocavo con mio fratello più grande. Poi è stato un crescendo. C’è da dire che già da piccolo ero molto bravo, quindi nella mia testa c’era la possibilità di costruire una carriera. Poi nel 2017 ho deciso di buttarmi su un gioco, Quake, ed è lì che ho iniziato a competere. La fortuna di Quake è che si tratta di un gioco con una community forte. E con campionati ben organizzati. Pian piano poi ho inanellato risultati positivi, facendomi notare da una squadra di gaming i Myztro, che che nel 2018 mi ha messo sotto contratto come professionista.
Come si passa da semplici amatori che giocano ai videogame per svago a professionisti?
È molto importante partecipare a tutti i tornei che esistono online, anche quelli più piccoli con un appeal minore. L’importante è avere costanza della partecipazione ai tornei. Più ti fai metti in mostra nei tornei e più è facile che una squadra ti noti. Magari all’inizio vieni selezionato e messo sotto contratto per un periodo di prova, poi “l’apprendistato” finisce e diventi un membro della squadra a tutti gli effetti. Altro aspetto che permette di farsi notare è curare bene la propria immagine sui social. Perché si tratta solamente di giocare e basta. Devi essere in grado di creare altri contenuti.
Di quanto allenamento c’è bisogno nell’arco di una giornata o di una settimana?
Dipende molto dal periodo. Quando mi avvicino a un torneo importante mi alleno molto di più rispetto ad altri momenti in cui devo solo mantenere lo stato di forma e posso permettermi di allenarmi di meno. Prima di un torneo importante posso allenarmi anche 6/7 ore al giorno. In altri periodi dove non ci sono troppe cose da fare anche tre ore al giorno sono sufficienti.
Gli allenamenti li gestisce da solo o ha un coach?
Nel mio caso faccio da solo però conosco, ma conosco molti player che hanno qualcuno che li aiuta. Nel mio caso non ne ho mai sentito la necessità.
Che tenore di vita può mantenere con questo lavoro?
Dipende anche molto dal gioco. Io vivo tranquillamente. Se voglio spendere qualcosa in più posso permettermi di spenderlo. Certamente non sono milionario, ma posso permettermi di vivere bene. Una parte dei miei guadagni dipende poi dai piazzamenti che ottengo nei tornei e dai loro montepremi. Nel mio caso, per esempio, ho vinto un torneo che per Quake è il più importante di tutti e mi ha fatto vincere 30mila euro. Alle vittorie nei tornei si aggiunge il contratto, a tempo determinato che ho con la Myztro. Ogni mese vengo pagato, non posso dire quanto, ma sicuramente una somma oltre i tre zeri e sopra la media dello stipendio di un impiegato in Italia. Poi anche se attualmente non vivo da solo, però sono in procinto di acquistare casa. Che poi, volendo potrei stare tranquillamente in affitto da solo, ma ho preferito racimolare soldi per comprare direttamente casa.
Invece quanto influiscono nei suoi ricavi i social?
A me i social permettono sia di ottenere più potere contrattuale perchè nel momento in cui mi ritrovo a negoziare un contratto posso garantire delle visualizzazioni. Allo stesso tempo mi permettono di sponsorizzare alcuni prodotti del mio settore: mouse o tastiere ad esempio. Un po’ come un influencer. Sono un mezzo veramente tanto potente.