Mario Draghi al Colle. Dopo l’Economist, schierato perché resti invece a Palazzo Chigi, ecco che per il Financial Times è meglio che l’attuale premier diventi presidente della Repubblica. E questo perché, secondo l’editorialista Bill Emmot, dal Quirinale Draghi potrà guidare l’Italia da vigile nei prossimi sette anni, anziché rimanere a capo di un governo debole. “Soluzione imperfetta”, aggiunge Emmot, ma comunque idonea a garantire quella visione a lungo termine cruciale per realizzare le riforme e mettere a terra il Pnrr. Di più: per fare da arbitro sull’estrema litigiosità dei partiti che rimane fortissima, malgrado l’appello di ieri del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, “all’unità nazionale e al senso di responsabilità”.
Silvio Berlusconi lo ha detto chiaramente: è disposto a fare un passo indietro nelle prime tre votazioni soltanto se il candidato al Colle sarà Mario Draghi. Altrimenti, dal quarto in poi, chiederà ai suoi parlamentari di convergere sul suo nome. Nell’ipotesi poi che anche il Cavaliere non bastasse a compattare i ranghi del centrodestra, allora e solo allora Berlusconi accetterebbe i nomi di Giuliano Amato, Marta Cartabia o Letizia Moratti. Quest’ultima ha smentito di essere tra i papabili: “L’unico nome per il Quirinale del centrodestra è quello del presidente Silvio Berlusconi. Io mi occupo di sanità in Regione Lombardia. È un impegno importante che cerco di portare avanti con tutta me stessa”.
Ma a leggere oggi sul Corriere della Sera Ignazio La Russa, parlamentare di lungo corso di Fratelli d’Italia, il piano B deve essere almeno messo tra le ipotesi, anche perché a Berlusconi potrebbero mancare i voti. Non solo di Giuseppe Conte, leader del Movimento Cinque Stelle, che ha ribadito chiaramente che non avrà quelli dei pentastellati. Ma anche delle truppe del gruppo Misto, di alcuni centristi o parlamentari azzurri, terrorizzati tutti dall’idea di tornare al voto e perdere il seggio.
Giovedì 23 dicembre ci sarà la riunione dei leader del centrodestra. Tutti si affrettano a ribadire che non si parlerà di Quirinale, ma solo di manovra. Intanto, tutti portano avanti la propria strategia. A partire dal capo politico della Lega, Matteo Salvini, che continua a voler far dialogare i leader politici di tutti i partiti per trovare un nome.