Il Financial Times cambia vestito. La lettera che ha scritto il direttore della testata anglosassone Lionel Baber è destinata a entrare diritto nella storia del giornalismo. Baber ha infatti deciso di comunicare a tutti i suoi giornalisti la rivoluzione digitale che avrà inizio dal 2014. Non una semplice lettera ma un manifesto, quello pubblicato sul sito dello storico quotidiano britannico, per spiegare come «il processo produttivo del giornale mutuato dagli Anni 70 sia morto». O si cambia e si asseconda l’evoluzione digitale o si va a casa. Via quindi i nostalgici, quelli che pensano al giornalismo con i vecchi, obsoleti, schemi. «Ci saranno nuovi cambiamenti nel modo di lavorare», ha spiegato nella lettera il direttore, annunciando «un ulteriore spostamento di risorse a favore del sito internet e un significativo rimodellamento del giornale». Ma il cambiamento epocale sta anche nella futura organizzazione del giornale. Il quotidiano del futuro infatti deriverà dal web e non viceversa. Per questo saranno investite sempre più risorse su internet e meno sul cartaceo. Una svolta dettata anche dai numeri: «Oggi», è l’osservazione di Barber, «abbiamo oltre 100 mila abbonamenti digitali in più del totale delle copie vendute». Il direttore chiede poi maggiore disponibilità a rivedere i ritmi di lavoro, archiviando le vecchie ‘chiusure’ in redazione e spostando più risorse dalla tarda sera al pomeriggio e dal pomeriggio alla mattina. Capacità di inventare un processo produttivo che somigli a un palinsesto, quindi, ma anche al flusso di un’agenzia di stampa.
«Il quotidiano», ha assicurato Barber, «rimarrà fedele al suo obiettivo tradizionale: fare buon giornalismo investigativo». Nel nuovo equilibrio, però, «i giornalisti si disancoreranno dalle notizie hard» per offrire «più contenuti a valore aggiunto» ha scritto il direttore del Financial Times.
Il Financial Times cambia. Il direttore Baber annuncia la rivoluzione digitale
11 Ottobre 201354