ROMA – Con 151 voti favorevoli, 111 voti contrari e 4 astenuti, il decreto fiscale passa l’approvazione alla Camera dei deputati e diventa legge. Il testo prevede finanziamenti per il programma per la rete ferroviaria e il servizio civile universale. Approvate anche risorse per 4 milioni alla Capitale in vista del Giubileo. Tra le novità più importanti, il rinvio a gennaio della seconda rata di acconto delle imposte dirette per le partite Iva sotto i 170mila euro con possibilità di rateizzazione. Si incrementa inoltre il finanziamento per i partiti, tramite il 2xmille che viene rivista al rialzo con un tetto che arriva a sfiorare i 30 milioni.
Contraria all’approvazione Alleanza Verdi-Sinistra. Secondo il partito di opposizione, il decreto privilegerebbe solo i più ricchi e gli evasori fiscali. “Noi crediamo che redistribuire si può e si deve. Per sostenere la transizione ecologica nella piena e buona occupazione”, dicono da Avs. Critico anche il Pd, che definisce il decreto come un intervento al ribasso. Nel mirino dei dem soprattutto il bonus Natale, definito dalla deputata Maria Cecilia Guerra, come “cento euro distribuiti alle famiglie a caso, senza un criterio ragionevole. Una lotteria. Non va a chi è povero”.
A difendere il testo fiscale è invece Forza Italia. Lo fa in particolare Francesco Rubano, membro della commissione Finanze, dicendosi soddisfatto della proroga al prossimo 12 dicembre del termine per aderire al Concordato preventivo biennale. “Una misura – sostiene – che Forza Italia aveva chiesto e che dunque condividiamo pienamente”. Dissente in parte sulla questione c’è però la Lega. Per il Carroccio sarebbe “sbagliata nel merito e nel metodo la pioggia di 3 milioni di lettere inviate dell’Agenzia delle Entrate ai contribuenti per contestare anomalie fiscali”. Per il Dipartimento Economia della Lega si tratterebbe di una strategia che avrebbe l’obiettivo di indurre i contribuenti “ad aderire al concordato preventivo biennale, indipendentemente dal loro merito fiscale”.