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Il virus ferma il turismo
29 miliardi di perdite
tra disdette e rinunce

Dagli anni '60 mai così poche presenze

"Il decreto Cura Italia è inconsistente"

di Rossella Dell'Anno20 Marzo 2020
20 Marzo 2020

Una veduta della hall deserta del Gran Visconti Palace Hotel, Milano 2 Marzo 2020. A causa della paura per l'infezione da Coronavirus la struttura ha ricevuto disdette e calo di presenze mentre l'attività congressuale è stata totalmente interrotta e il personale impiegata ridotto al minimo. . ANSA / MATTEO BAZZI

Più di mezzo secolo di turismo è stato cancellato dalla pandemia. Siamo ritornati alla metà degli anni ’60, quando i viaggi aerei erano un lusso che in pochi potevano sostenere e il mondo era diviso in blocchi. Il turismo italiano potrebbe chiudere il 2020 con circa 172 milioni di presenze e a stimarlo è Cst per Assoturismo Confesercenti.

Una riduzione di oltre 260 milioni di presenze rispetto allo scorso anno, pari al 60%. Questo vuol dire che la ripresa del mercato non avverrà prima dell’inizio del 2021, nella migliore delle ipotesi.

Il decreto “Cura Italia”, voluto dal governo nei giorni scorsi per sostenere piccole e medie imprese e famiglie, oltre alla sanità, potrebbe però non essere sufficiente a fronteggiare la grave crisi economica che sta travolgendo soprattutto il turismo. Secondo il presidente dell’associazione Assoturismo, Vittorio Messina, “di fronte a uno scenario così, gli interventi previsti dal decreto Cura Italia per le imprese del turismo, purtroppo, sono inconsistenti”.

La stima sulle perdite consistenti è stata fatta sulla base delle presenze turistiche nelle strutture ricettive accreditate e parte dall’ipotesi che l’emergenza sanitaria dovrebbe rientrare ad aprile, con una ripresa graduale della “normalità” per il mese di maggio. Il problema è che presumibilmente le frontiere e i collegamenti internazionali resteranno bloccati finché la pandemia non sarà contenuta in maniera consistente almeno nei principali mercati turistici esteri. E questo, nel migliore dei casi, potrebbe avvenire soltanto a inizio 2021.

La spesa turistica potrebbe ridursi di 29,1 miliardi, secondo le prime stime. Coinvolte però non soltanto le strutture ricettive, ma anche i diversi settori correlati. Quasi la metà delle perdite, pari a 14,4 miliardi complessivi, si verificherebbe tra bar e ristoranti (-6,4 miliardi), rete commerciale (-5,1 miliardi) e fatturati di aziende trasporti legate alla mobilità territoriale, incluse le auto a noleggio con conducente (-2,9 miliardi).

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