Non sono bastate la sicurezza ostentata in questi giorni dal primo ministro inglese, Boris Johnson, e le disposizioni adottate dal governo britannico per contenere la diffusione del coronavirus oltre Manica.
Oggi il Covid-19 fa più paura ai cittadini inglesi, dopo che ieri il Guardian ha diffuso un documento segreto, redatto dal Public Health England per i responsabili del servizio sanitario di sua maestà, nel quale si legge che l’epidemia è destinata, nelle peggiori previsioni, a durare per un anno, fino alla primavera del 2021. Un tempo lunghissimo, nel quale gli esperti che hanno firmato il rapporto affermano di aspettarsi l’80% della popolazione britannica contagiata, con quasi 8 milioni di persone costrette al ricovero ospedaliero.
Numeri citati direttamente dal professore Chris Witty, alto dirigente medico del servizio sanitario inglese e consigliere di riferimento del governo conservatore, che ha evocato misure di contenimento più rigide di quelle fino ad ora messe in campo da Londra per poter limitare il numero di contagi.
Parole che vanno nella direzione opposta a quelle pronunciate soltanto qualche giorno fa dal consigliere scientifico di Boris Johnson, sir Patrick Vallance, secondo il quale il governo intende “cercare di spalmare il picco, non di eliminarlo completamente”, portando così al contagio diffuso per la creazione della cosiddetta “immunità di gregge”. Su una popolazione di circa 60 milioni di persone, vedrebbe contagiati almeno 36 milioni di cittadini. Con un tasso di mortalità del 3% che corrisponde a 1,08 milioni di decessi.
Forse per questo motivo il ministro della Sanità del governo Johnson, Matt Hancock, ha espresso l’intenzione di far scattare, entro poco più d’un mese, una quarantena generalizzata fino a 4 mesi in casa per tutti gli ultra settantenni del Paese. Intanto si attende nel giro di un paio di settimane la chiusura di pub e ristoranti, il rientro in servizio di medici e infermieri in pensione, la requisizione governativa di hotel vuoti per scopi ospedalieri e la riconversione industriale per l’aumento della produzione di ventilatori e attrezzature mediche.