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HomeCronaca Il consumo di droga ai tempi del Covid-19, tossicodipendenti a rischio

Il consumo di droga
ai tempi del Covid-19
Tossicodipendenti a rischio

"Emarginazione e maggiore esposizione

ai pericoli del coronavirus", per EMCDDA

di Marco Valentini30 Marzo 2020
30 Marzo 2020

In questi giorni di quarantena e di divieti di allontanarsi dalla propria abitazione, se non per validi e comprovati motivi di urgenza, capita di leggere come alcune persone siano state denunciate per aver indicato nell’autocertificazione “acquisto di droga” come motivazione per essere usciti di casa. Sono notizie che, tra un bollettino e l’altro di aggiornamento su nuovi contagiati, deceduti e guariti, strappano un sorriso al lettore e vengono derubricate a notizie di ‘colore’ e considerati marginali, rispetto alla drammatica situazione che sta vivendo il Paese. E spesso effettivamente, in questi casi, si tratta di buontemponi che, annoiati dalla reclusione, trovano brillante esorcizzare il momento scherzandoci su, chiaramente confidando nel fatto di non essere fermati dalle pattuglie e che la loro trovata magari faccia divertire i propri amici .

Ma, zingarate a parte, reperire droga in questo particolare momento, per i tossicodipendenti, è un problema grave, reale e drammatico. Alcuni dissimulano abbastanza bene la loro condizione, avendo mezzi e soldi per rifornirsi in totale sicurezza. Altri però non possono, e vagano alla ricerca di uno spacciatore che sfidi le misure di emergenza; diversi si avvicinano per la prima volta a un Sert, altri ancora vengono risucchiati dalla propria condizione di emarginazione. A lanciare l’allarme è lo European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), ponendo l’attenzione proprio sul rischio emarginazione: “La stigmatizzazione e l’esclusione sociale associati ad alcuni modelli di consumo di droghe, possono non solo aumentare rischi ma anche creare barriere contro la promozione di azioni di limitazione dei rischi stessi”.

Dal centro di monitoraggio segnalano anche un rischio sanitario legato al Covid-19 ulteriormente aggravato per i tossicodipendenti: ” Per quanto concerne i consumatori di oppiacei, può aumentare il rischio di overdose se sono positivi al coronavirus. Uno dei più pericolosi rischi del consumo di oppiacei, come l’eroina, è quello di rallentare e bloccare la respirazione; dato che il Covid-19 (come ogni altra infezione severa ai polmoni) causa difficoltà respiratorie, questo può aumentare il rischio overdose” sottolineano dall’EMCDDA.

A denunciare la condizione di forte rischio in cui versano i tossicodipendenti durante questa crisi è anche ITARDD, l’associazione che si occupa della riduzione del danno causato dall’assunzione di droghe. “In questa situazione siamo invisibili proprio come le persone a cui forniamo supporto. Il virus ha prepotentemente fatto emergere un gran numero di contraddizioni sociali politiche ed economiche che hanno mostrato i nervi di un sistema ingiusto, iniquo e incapace di gestire l’emergenza”, denunciano gli operatori di ITARDD. “Il progressivo smantellamento del Sistema Sanitario Nazionale, sotto attacco da decenni a favore di un processo di privatizzazione dell’accesso alla salute, è al collasso. Noi per primi, che lavoriamo nella riduzione del danno sperimentiamo cosa comporta la tendenza al risparmio”, incalzano da ITARDD. Un altro aspetto del problema sollevato dall’associazione, “è la regionalizzazione della gestione dell’emergenza, che ha creato, anche nel nostro settore una situazione a macchia di leopardo, con alcune regioni in cui i servizi sono stati chiusi e altre in cui sono ancora operativi”.

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