Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, il Cnel, ha frenato sulla proposta delle opposizioni di introdurre il salario minimo a 9 euro l’ora, schierandosi dalla parte del governo. L’ente, guidato da Renato Brunetta, ha ascoltato le obiezioni dell’esecutivo, incassando il parere negativo della Cgil, secondo cui “siamo di fronte a un’emergenza salariale”; l’astensione della Uil e il benestare dalla Cisl, contraria all’introduzione della legge perché teme un aumento del lavoro nero e un appiattimento delle retribuzioni medie. Intanto, i 60 giorni fissati dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per arrivare a “una proposta condivisa” sul salario minimo stanno per scadere. Le perplessità espresse dal Cnel nel documento tecnico, salvo sorprese, dovrebbero essere presenti anche nel dossier finale, atteso per il prossimo 12 ottobre.
Calderone: “Assicurare condizioni di lavoro dignitose”
Maria Elvira Calderone, ministro del Lavoro, si è detta soddisfatta del documento del Cnel, sottolineando che “l’importante è assicurare condizioni di lavoro dignitose alle persone”. Un punto che, sempre secondo la ministra, è ben più del salario minimo e del concetto a cui si è richiamata la Corte di Cassazione che pochi giorni fa, in una sentenza definita dalle opposizioni di “portata storica”, ha ammesso l’esistenza del “lavoro povero”. I magistrati, riferendosi all’articolo 36 della Costituzione, hanno parlato di “salario minimo costituzionale”.
Le reazioni politiche e dei sindacati
Insorgono i partiti di minoranza. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha assicurato: “Continueremo la battaglia per un salario minimo, che serve a quei tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che in Italia sono poveri anche se lavorano e questo non è un destino accettabile”. Il leader di Azione Carlo Calenda, invece, ha dichiarato: “In caso di ulteriore bocciatura il governo dovrà assumersene le responsabilità”. Il presidente della commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, ha spiegato, poi, che si sta valutando come “intervenire con delle proposte di maggioranza che non siano il salario minimo garantito”.
Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha evidenziato che “è stato un errore scaricare la questione sul Cnel”. Paolo Carcassi della Uil, Paolo Carcassi, ha spiegato: “Non ho votato perché ritenevo non fosse opportuno approvare un documento che sanciva una spaccatura del mondo sindacale”.