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“Il cammino e le sfide di Francesco”, a Roma un convegno per celebrare i due anni di pontificato

di Maria Lucia Panucci20 Febbraio 2015
20 Febbraio 2015

papa_francesco_809332724Dalla lotta agli affari sporchi dello Ior all’inserimento delle donne ai vertici decisionali. Dal rispetto per gli omosessuali all’invito a tutti i sacerdoti ad essere vicini ai fedeli, soprattutto ai più poveri. La sfida di papa Bergoglio è chiara: riformare la curia e rinnovare la Chiesa. Di questo si è parlato al convegno “Il cammino e le sfide di Francesco”, che si è tenuto ieri in Campidoglio promosso dall’università Lumsa di Roma e dall’associazione Buonacultura, in occasione del secondo anniversario di pontificato. Un’impresa titanica quella di Bergoglio tanto più se, come ha più volte sottolineato il biografo di Francesco, Marco Politi, si ha a che fare con dei “lupi”, ovvero ostacoli umani e relativi al sistema ecclesiale, “abilissimi nel muoversi nel buio del dietro le quinte di un palcoscenico globale dove i riflettori sono tutti per Bergoglio. “Questo pontefice – ha spiegato Politi al convegno – ha spezzato l’immagine di una Chiesa matrigna, ha rifiutato la pompa imperiale, non conosce barriere tra credenti e non credenti, è vicino alle angosce di uomini e donne di ogni credo”. Ma proprio la visione di una Chiesa povera, poco dottrinaria, che non pratica ingerenza spirituale nella vita delle persone e nella politica ha sconvolto il quadro entro cui la conferenza episcopale italiana ha operato per decenni. “La Chiesa italiana – ha spiegato Politi – benché caratterizzata da un forte impegno sociale, è sempre stata abituata a considerarsi primariamente come istituzione di comando sia sul piano dottrinale e nella dimensione socio-politica”.
Per Francesco il Vaticano non deve essere una corte fatta di intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze. Spesso nelle sue omelie il pontefice ha invitato il vescovo ad essere un pastore con l’odore delle pecore che guida il gregge con tenerezza e pazienza. E proprio di tenerezza ha parlato al convegno il senatore Pietro Grasso: “Siamo testimoni – ha detto – di una personalità straordinaria che ha migliaia di seguaci per la sua umanità, semplicità e desiderio di farsi capire da tutti indistintamente”. Francesco è pronto a donare sempre un sorriso perché come ha più volte spiegato “la tenerezza non è la virtù del debole ma denota fortezza d’animo e capacità di amore”.
Peccatori sì corrotti no. Il senatore si è soffermato sulla lotta quotidiana del pontefice alla corruzione. “Dove c’è l’inganno, non c’è lo Spirito di Dio – ha spiegato Grasso leggendo le parole di Francesco – Questa è la differenza tra peccatore e corrotto. Un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è un corrotto. Quello che pecca e invece vorrebbe non peccare, è un debole e va aiutato”.
E’ la persona ad essere secondo Bergoglio il mezzo attraverso cui osservare e interpretare la realtà. “Per il Papa – ha spiegato il presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, cardinale Francesco Coccopalmerio – bisogna amare tutte le persone, senza fare alcuna eccezione perché una persona è un valore in sé a prescindere dalle sue qualità strutturali. Non conta che essa sia ricca o povera, giovane o vecchia, buona o cattiva”. Nel corso dell’incontro il cardinale ha più volte citato la parabola del figliol prodigo per sottolineare la contrarietà del Papa a ogni forma di emarginazione: “Papa Francesco – ha detto il cardinale – ci ha insegnato che per prendersi cura di tutte le persone è necessario porle al centro del nostro impegno e della nostra quotidianità, senza mai rinnegare la dottrina cristiana”. Secondo Coccopalmerio saranno il grande coraggio, l’infinta speranza e la forte compassione ad aiutare il pontefice nell’affrontare le sfide del suo tortuoso e lungo cammino. Sfide che non spaventano Bergoglio, sempre pronto a farsi testimone reale dei problemi della gente, vivendoli in prima persona e facendosene carico.

Maria Lucia Panucci

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