Ci sono anche due ex praticanti di Lumsa News fra gli ospiti del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Lorenzo Cinque e Antonella Andriuolo, collaboratori, fra gli altri, di Repubblica.it, hanno presentato ieri all’Hotel Brufani il cortometraggio My Name is Takoua, che racconta la storia della giovane disegnatrice tunisina Takoua Ben Mohamed. Un progetto nato da un pezzo scritto da Antonella proprio per Repubblica, per parlare di integrazione e insieme far riflettere sulle potenzialità del graphic journalism. Arrivata in Italia a 8 anni, Takoua – che oggi ne ha 23 – studia cinema d’animazione alla Nemo Academy of Digital Arts di Firenze e collabora con diverse piattaforme online. Da sempre appassionata di disegno, ha trovato nel fumetto il mezzo ideale per raccontare gli anni vissuti in Tunisia sotto Ben Ali, la lontananza dal padre, perseguitato perché oppositore del regime, l’impatto con una cultura diversa, ma anche le rivolte dei paesi islamici e l’impegno sociale delle cosiddette “seconde generazioni” di immigrati.
La ricerca della propria identità e l’attaccamento alle radici culturali e religiose è al centro del lavoro della giovane illustratrice: «Ho iniziato a portare il velo quando avevo solo undici anni – racconta Takoua – per imitare le mie sorelle maggiori. Era appena passato l’11 settembre e il primo giorno di scuola la gente mi chiamava talebana, terrorista. Io non sapevo neanche che cosa volessero dire quelle parole». Da allora, però, la situazione è migliorata: «C’è stato un grandissimo progresso. Le persone oggi sono curiose, vogliono sapere, capire». I suoi fumetti, allora, sono un ottimo punto di partenza. Ne sono convinti i due giovani autori del cortometraggio, che spiegano come il graphic journalism sia un valido sistema per avvicinare al mondo dell’informazione adulti e ragazzi, oggi più che mai sensibili agli stimoli visivi: «Le immagini sono un mezzo incredibilmente potente, che dovrebbe essere sfruttato di più soprattutto in Italia», commenta Lorenzo Cinque. «Il fatto che da un fumetto possa nascere un dibattito ampio come quello suscitato dal libro sulla primavera araba del disegnatore Cyrille Pomes è già un risultato strepitoso, no?».
Anna Bigano