“Desideriamo esprimere la nostra vicinanza al Santo Padre Francesco, assicurando la nostra preghiera”. È quanto affermano i vescovi europei nel Messaggio finale della plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE), svoltasi in questi giorni a Poznan, in Polonia.
I presuli esprimono solidarietà al Pontefice dopo gli attacchi legati al dossier dell’ex Nunzio in Usa, Carlo Maria Viganò. L’arcivescovo italiano, dal 2011 al 2016 rappresentante diplomatico della Santa Sede negli Stati Uniti, aveva accusato Papa Francesco di essere stato a conoscenza per anni degli abusi sessuali commessi da un cardinale statunitense e di non avere fatto nulla per fermarlo.
Nel documento della CCEE, diffuso stamani, l’organismo ecclesiale europeo ha ringraziato il Pontefice anche per la convocazione, a febbraio 2019, dei presidenti delle Conferenze di tutto il mondo per riflettere insieme sull’abuso dei minori.
Sul tema di pedofilia e abusi minorili nella Chiesa, arriva una proposta dai preti cattolici australiani: i prelati del down under state infatti vorrebbero chiedere l’abolizione del celibato, dopo che il 7% dei religiosi australiani sono stati accusati di abusi su minori. A partire dal 1980 sono state oltre 4.000 le persone che hanno denunciato violenze da parte di preti o religiosi della Chiesa cattolica australiana. Contro l’abolizione del celibato si è già dichiarata contraria la Conferenza Episcopale australiana, che lo difende come “una pratica positiva e da tempo consolidata nella Chiesa”.
Nel frattempo, va registrato che il vescovo indiano di Jalandhar Franco Mulakkal, accusato da una suora di stupro, ha scritto a Papa Francesco per offrire le sue dimissioni temporanee dai suoi incarichi per dimostrare la sua innocenza.