Marco Di Liddo, direttore e analista responsabile del desk Africa, Russia e Caucaso presso il Centro Studi Internazionali, esamina con LumsaNews le sfere d’influenza russa e cinese in Africa e come questo influenza il trattamento dei cristiani in Africa.
Perché gli Stati africani si stanno allontanando dall’Occidente?
“Il modello di sviluppo proposto da Russia e Cina è diverso da quello proposto dall’Occidente. Dal punto di vista politico non hanno un passato coloniale lì e si possono relazionare su una base di parità, non c’è insomma un pregresso negativo. Il grande vantaggio è proporre un modello di sviluppo autoritario incentrato sullo sfruttamento delle risorse che va bene alle leadership dei poteri in Africa”.
Questa situazione incentiva il fenomeno migratorio?
“Se non si sviluppa un modello che crea un mercato interno e economico in questi Paesi la maggior parte della popolazione è spinta ad emigrare. Per l’Europa diventa difficile creare una partnership vantaggiosa perché chiediamo il rispetto dei diritti umani e non abbiamo il capitale politico che ha la Cina”.
Qual è l’aspetto economico che muove i fulani verso i terreni cristiani?
“Una logica di scambio in uno scontro per la terra e l’acqua. Quando un terreno diventa infertile gli allevatori si spostano alla ricerca di un nuovo villaggio ed entrano a contatto con gli agricoltori. Questa situazione viene manipolata da un leader di villaggio che in cambio del supporto dei fulani può chiedere loro azioni violente in cambio di nuove terre”.
Perché si compie violenza nei confronti dei cristiani?
“Una parte della popolazione cristiana del Nord della Nigeria emigrò lì a partire dalla metà degli anni 60 a seguito della guerra del Biafra. Il seme iniziale è questo, la disaffezione delle popolazioni del Nord Est verso il Governo unita alla crescita economica dei cristiani emigrati. I fedeli vengono presi di mira perché sono una minoranza reputata influente e aliena rispetto al contesto tribale tradizionale del Nord”.