Un giovane su quattro dopo il liceo lascia gli studi. Un milione di studenti in meno e la metà del corpo docente in pensione nei prossimi dieci anni. Uno tra i tassi più bassi di giovani laureati. Uno dei tassi di Pil destinati all’istruzione più bassi d’Europa. Il rapporto 2019 “Uno sguardo sull’educazione” dell’Ocse fotografa lo stato malandato del mondo della scuola italiana ed evidenzia dati preoccupanti.
Come il tasso di giovani tra 18 e 24 anni che non studiano e non frequentano corsi di formazione. Sono il 26 per cento in Italia, ultima in Europa, quasi il doppio rispetto alla media Ocse del 14 per cento. Questo dato collide con la piena scolarizzazione dei ragazzi tra 6 e 14 anni, che è sopra il 90 per cento: il tasso più alto tra i paesi considerati nel report.
Guardando ai prossimi dieci anni, il sistema scuola italiano dovrà affrontare importanti sfide. Saranno un milione gli studenti in meno, mentre la metà degli attuali docenti andrà in pensione: ad oggi il 59 per cento degli insegnanti è ultra 50enne. L’Italia ha infatti il tasso più basso di maestri e professori tra i 25 e i 34 anni: lo 0,5 per cento.
Ci sarà bisogno di investimenti, anche per raggiungere gli altri paesi europei. Ad oggi l’Italia destina solo il 3,6 per cento del Pil all’Istruzione, inferiore alla media del 5 dei paesi Ocse. La spesa, sottolinea il report, è diminuita di nove punti percentuali tra 2010 e 2016.
Basso anche il dato di italiani che si iscriveranno a corsi di formazione terziaria prima dei 25 anni: 37 per cento contro il 45 degli altri paesi. Situazione dovuta anche alle possibilità di incremento del reddito grazie a un titolo di studio superiore: il 15 per cento degli adulti laureati guadagna meno del reddito mediano. Situazione che peggiora per le donne laureate, che in busta paga trovano il 30 per cento in meno rispetto agli uomini.
“Il report è una conferma di ciò che già sappiamo. Molti ragazzi abbandonano gli studi perché si rassegnano all’idea che studiare non serva a nulla. Dobbiamo invertire la tendenza”, ha commentato il ministro Lorenzo Fioramonti.