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HomeCronaca “I centri antiviolenza sono luoghi fondamentali per le donne in difficoltà”

"I centri antiviolenza
sono luoghi fondamentali
per le donne in difficoltà"

La dirigente di "Differenza Donna":

“L'obiettivo è aiutarle a risalire"

di Allegra Civai17 Gennaio 2024
17 Gennaio 2024

Foto di Lara Cetti

Alessia D’Innocenzo è la responsabile del centro antiviolenza «Alessia e Martina Capasso», gestito dall’Associazione “Differenza Donna”.  

Di che cosa si occupa la sua associazione?

“È nata a Roma nel 1989 e offre supporto a tutte le donne, anche migranti, sopravvissute alla violenza maschile e alla tratta a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo. Con il desiderio di far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza contro le donne, Differenza Donna fin dalla sua nascita ha avuto chiaro che la discriminazione, l’emarginazione e la sopraffazione nei confronti delle donne sono un fenomeno diffuso, grave e complesso, che solo competenze specifiche possono combattere con efficacia”. 

Quali sono gli strumenti di cui Differenza Donna si avvale per prevenire e contrastare la violenza di genere?

“Luoghi irrinunciabili e prioritari sono i centri antiviolenza, che riconoscono la violenza contro le donne come una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, causa profonda discriminazione  da parte degli uomini. E’  importante riconoscere la natura strutturale della violenza contro le donne in quanto basata sul genere”. 

Cosa fa un centro antiviolenza? 

“Accoglie le donne che subiscono violenza o minacce. Un servizio pubblico considerato un nodo di quella rete volta a contrastare la violenza maschile contro le donne. Un centro è in grado di fornire supporto specializzato immediato, nel breve e lungo periodo, per le donne che subiscono violenza e per i minori vittime di violenza diretta e assistita. Presso il centro antiviolenza le donne possono usufruire di molteplici servizi in forma assolutamente gratuita: ascolto telefonico 24 ore al giorno, collocazione in casa rifugio in caso di grave pericolosità, accoglienza per i figli, consulenza legale, sociale, psicologica e sportelli antistalking, per aiutare le donne a superare il trauma e portarle a costruire un nuovo progetto di vita per sé e per i loro figli”.

Come si mantiene un’associazione come la vostra? Com’è organizzata?

“Il centro di cui sono responsabile è gestito dal 1° marzo 2021 dall’associazione Differenza Donna. È finanziato da Roma Capitale ed è legato al Numero nazionale antiviolenza e stalking 1522. I centri antiviolenza ricevono finanziamenti che possono essere forniti da diversi soggetti. Il Cav è organizzato attraverso un’equipe multidisciplinare composta da una responsabile, una psicologa, un’assistente sociale, una educatrice, operatrici professionali e avvocati. Nel nostro caso il team è formato dall’associazione «Differenza Donna»”.

Quali sono le forme di violenza più frequenti per cui una donna arriva nel vostro centro? 

“In prevalenza  hanno subito violenza psicologica, fisica e verbale. Nella maggior parte dei casi maltrattamenti domestici da parte del partner, ex partner o familiari. Altre forme diffuse di violenza sono stalking e atti persecutori ma anche violenza sessuale e violenza di genere virtuale. Nel 2023 questo Cav ha accolto 205 nuove donne. E dal 2021 seguiamo più di 700 donne”.

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