I Boy scout d’America, travolti da cause per molestie sessuali, dichiarano bancarotta. La più grande associazione di volontariato degli Stati Uniti, una tra le maggiori al mondo con i suoi oltre due milioni di iscritti, è stata costretta a questa misura straordinaria per tutelarsi dai creditori e negoziare le compensazioni alle vittime.
Negli ultimi settant’anni, 7.819 leader e volontari sono stati accusati di aver abusato sessualmente di 12.254 bambini e ragazzi e per questo sono stati cacciati dall’associazione.
L’organizzazione è sotto attacco da anni, presa di mira da migliaia di testimonianze di abusi, ma nei mesi scorsi lo scandalo ha raggiunto proporzioni tali da portare al crac dei Boy Scout d’America.
Lo scorso aprile una docente della University of Virginia, Janet Warren, dopo anni di ricerche e studi, ha rivelato la portata dello scandalo. Warren ha discusso le conclusioni della sua indagine con l’avvocato Jeff Anderson, già difensore di vittime in cause contro i Boy scout.
Anderson insieme ad altri colleghi ha dato vita al gruppo “Abused in Scoutin”, che ha messo a punto una strategia per consentire alle vittime di aggirare la prescrizione e chiedere giustizia, attraverso l’istituzione delle finestre legali temporanee per permettere ai 40enni abusati da piccoli e in alcuni casi anche ai più anziani di presentare una nuova denuncia.