Sono trascorse 90 primavere da quel 12 febbraio 1924 in cui uscì Milano il primo numero del nuovo quotidiano comunista l’Unità, il cui titolo racchiudeva l’auspicio di un unanime coro contadino e operaio, stretto intorno al partito e modulato dal padre fondatore Antonio Gramsci, nella lotta contro il fascismo.
Oggi i toni rossi delle pagine del numero speciale del quotidiano diretto da Luca Landò spiccano nell’emeroteca della storia del giornalismo oltre che nelle edicole dove molte copie sono già andate a ruba a partire dalle prime ore del mattino.
Provengono da autorevoli voci della politica, della cultura e del giornalismo gli auguri rivolti all’Unità in occasione di questo anniversario, inseriti in uno speciale che da pagina 6 si dipana a seguito delle notizie di cronaca politica, raccogliendo, tra i tanti, i commenti del presidente Giorgio Napolitano e dei presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso.
“In questi novant’anni l’Unità è stata testimone, e spesso anche protagonista, delle vicende che hanno segnato la storia del nostro paese” è stata la considerazione del capo dello Stato.
Ma è il nutrito inserto racchiuso nel ventre del quotidiano, dominato da vecchie immagini che evocano le prime pagine che hanno descritto la storia del giornale, a rappresentare l’elemento più suggestivo di questa festa a novanta candeline. Dalla scomparsa di Matteotti all’inizio della lotta partigiana,dall’intervista con Castro all’assassinio di Kennedy, dalla morte di Pasolini all’uccisione di Falcone sono tanti i ricordi della storia d’Italia sviscerati in questa edizione speciale. Su tutti domina la lettera che Antonio Gramsci scrisse al Comitato esecutivo del Pc d’Italia per proporre la fondazione di un nuovo giornale. “Non solo non dovrà avere alcuna indicazione di partito – scriveva Gramsci – ma esso dovrà essere redatto in modo che la sua dipendenza di fatto dal nostro partito non appaia troppo chiaramente”. Era l’auspicio del padre fondatore in quel lontano settembre del 1923.
Samantha De Martin