LOS ANGELES – I membri del sindacato Sag-Aftra, che riunisce 160mila attori americani, hanno ratificato il nuovo contratto triennale con gli Studios, ponendo ufficialmente fine a 118 giorni di battaglia sindacale, la più lunga nella storia di Hollywood. Lo sciopero, che ha coinciso con l’interruzione di 148 giorni della Writers Guild of America, è costato all’industria californiana, secondo una stima di novembre del Milken Institute, ben 6 miliardi di dollari.
Il voto online, che si è chiuso nella serata del 5 dicembre, ha approvato il documento con il 78,33% di voti favorevoli e il 21,67% di voti contrari, con un’affluenza alle urne del 38,15%. Il nuovo accordo avrà effetto retroattivo al 9 giugno 2023 e si estenderà fino al 30 giugno 2026.
Il nuovo contratto triennale, che il sindacato ha valutato oltre 1 miliardo di dollari – più di tre volte il valore dell’accordo sindacale del 2020 – aumenta i salari minimi del 7% il primo anno e del 4% e 3,5% negli anni successivi. Uno dei punti principali dell’accordo verte sulle limitazioni all’uso dell’intelligenza artificiale, fortemente criticate da una parte del sindacato che le ritengono troppo morbide, poiché non vietano nel concreto l’uso di “artisti artificiali”. Si fissano poi la creazione di un “bonus streaming”, basato sul successo di un prodotto sulle piattaforme, e nuove regole per interviste e audizioni virtuali. Il sindacato, inoltre, ha ottenuto anche l’aumento dei tetti contributivi ai piani pensionistici e sanitari.
“È un enorme vittoria per gli artisti che lavorano e segna l’alba di una nuova era per il settore” hanno commentato, in una dichiarazione congiunta, il presidente del Sag-Aftra Fran Drescher e il direttore esecutivo nazionale Duncan Crabtree Ireland. Al sindacato arrivano anche i complimenti dell’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi, che ha a sua volta evidenziato quanto questo nuovo contratto rappresenti “una tutela per gli artisti”.