PHILADELPHIA – È stata una stretta di mano a dare il via al primo, attesissimo dibattito tra i due candidati in corsa per la Casa Bianca, la vicepresidente in carica Kamala Harris e l’ex presidente Donald Trump. Novanta minuti di duello televisivo, disputato negli studios di Abc News, a cui ha assistito mezza America e mezzo mondo: una partita decisiva per le sorti delle prossime elezioni, giocata in uno degli Stati chiave in assoluto, la Pennsylvania. Un confronto senza esclusione di colpi che ha sancito il largo consenso verso la neo candidata Harris, mentre ha visto Trump scivolare su alcuni dei temi affrontati, come aborto e immigrazione. L’andamento positivo del dibattito per Kamala Harris ha visto anche un’altra importante svolta: l’endorsement della cantante Taylor Swift, che in un post su X ha scritto: “Voterò per Kamala”.
I temi caldi
Tra i temi affrontati le guerre in corso, dall’Ucraina al Medio oriente. I due candidati hanno portato avanti con convinzione le proprie idee politiche, spesso avverse. In particolare, riguardo la guerra russo-ucraina Harris ha sganciato un colpo al suo avversario: “I nostri alleati della Nato sono così grati che tu non sia più presidente. Altrimenti Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sul resto dell’Europa”, ha accusato, aggiungendo: Putin “È un dittatore che ti mangerà a pranzo”. La risposta di Trump è stata incerta. Alla fine ha parlato così: “Penso che sia nel migliore interesse degli Stati Uniti porre fine a questa guerra in Ucraina e negoziare un accordo, perché dobbiamo impedire che tutte queste vite umane vengano distrutte”. Riguardo all’altro fronte caldo, Harris ha illustrato la necessità della fine del conflitto, accusando il rivale di avere negoziato con i talebani in Afghanistan, mentre Trump ha replicato che con lui alla Casa Bianca il conflitto a Gaza “non sarebbe mai iniziato”.
Focus anche su politica interna e soprattutto sulla questione delle tasse: “Sono l’unica su questo palco che vuole aiutare la classe media e le piccole aziende – ha esordito Kamala Harris – mentre il mio avversario invece vuole tagliare le tasse ai miliardari”. La risposta di Trump non si è fatta attendere: “Ho creato una delle economie piu’ forti della storia e lo rifarò”, ha detto ricordando la sua politica dei dazi, in particolare contro la Cina.
Poi, il delicato tema dell’aborto, terreno su cui spesso i due si sono scontrati. Secondo Harris “Il governo e Donald Trump non dovrebbero dire a una donna cosa fare del proprio corpo”. Il tycoon, in tutta risposta, ha ipotizzato che un’eventuale amministrazione guidata da Kamala Harris potrebbe consentire di abortire fino al “nono mese” di gravidanza. Lo ha fatto citando una presunta affermazione del vicepresidente democratico, Tim Walz, che però, secondo il fact checking di Associated Press, non ha detto nulla del genere. Altra gaffe di The Donald ha riguardato il tema immigrazione. Il repubblicano ha citato la falsa teoria cospirativa secondo cui gli immigrati haitiani mangiano i gatti domestici degli americani. Ma per la seconda volta il moderatore ha usato il fact checking e lo ha smentito.
Kamala Harris: “Non sono Biden, voltiamo pagina”
La vicepresidente è apparsa sicura di sé, sorridente e molto espressiva. Ha accolto molteplici affronti di Trump con risate e si è lasciata andare a cenni espliciti, tantoché i giornalisti sono riusciti a interpretare alcuni commenti della candidata democratica, nonostante il microfono spento. Questo ha fatto innervosire Trump: “Sto parlando io”, ha sbottato. Secondo Biden “non c’è stata partita” tra Kamala Harris e Donald Trump: “La vicepresidente Harris ha dimostrato di essere la scelta migliore per guidare la nostra nazione in futuro”, ha scritto su X. “Harris sarà il Presidente di tutti gli americani”, ha scritto su X l’ex presidente americano Barack Obama confermando il suo sostegno.
Donald Trump: “Il miglior dibattito di sempre”
Spesso tentennante, ha vacillato su alcuni temi ma ha mantenuto la linea dritta. Non sono mancati gli attacchi personali, come Harris aveva annunciato di aspettarsi. Si è rivolto a lei come “una marxista che ha distrutto il paese con politiche folli” e, in merito all’identità razziale della sua rivale ha detto: “Non me ne potrebbe fregare di meno. Qualunque cosa voglia essere, per me va bene, decida lei”. Secondo il candidato vicepresidente repubblicano JD Vance “Donald Trump ha “martellato” Kamala Harris nel dibattito televisivo: “Penso che quello che abbiamo visto da Kamala Harris siano un sacco di banalità, un sacco di piani senza sostanza”, ha detto.
Taylor Swift, l’ennesimo endorsement
Quello della famosa cantante statunitense non è stato solamente un appoggio alla candidata dem ma anche un affronto a Trump e al suo vice Vance. La scritta “Childless Cat Lady” , una gattara senza figli – nome con cui la cantante si è firmata alla fine di un lungo post – allude all’offesa di Vance rivolta alla stessa Harris. “Voterò per @kamalaharris – scrive – perché combatte per i diritti e le cause che credo abbiano bisogno di un guerriero che li sostenga. Penso sia una leader dotata e dalla mano ferma e credo che potremmo realizzare molto di più in questo Paese se fossimo guidati dalla calma e non dal caos”. Un annuncio incoraggiante, dopo altri importanti endorsement come quello shock del numero due di George W Bush Dick Cheney, che di Trump ha detto: “Non gli si potrà mai più affidare il potere”.
L’uscita di scena
A dibattito concluso, la vicepresidente Kamala Harris ha detto ai sostenitori a Philadelphia: “Calma ragazzi, siamo ancora gli sfavoriti in questa gara”, sottolineando l’importanza di vincere nello stato conteso della Pennsylvania e proponendo un secondo dibattito con Donald Trump. Quest’ultimo ha affermato che è stato il suo “miglior dibattito di sempre” e ha accusato di faziosità i moderatori della Abc: “È il miglior dibattito. Farne un altro? Non lo so, lei vorrebbe perché questa notte è stata battuta”. Così, i due candidati sono usciti di scena, consapevoli di aver offerto al mondo una nuova visione dei loro profili politici e umani e di aver delineato i confini dei due volti del Paese: la pancia conservatrice e l’America dei diritti. Non mancheranno ancora scontri e colpi di scena, fino alla battaglia decisiva fissata il 5 novembre.