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HomeEsteri Hamas minaccia Israele: “Ostaggi nelle bare”. La replica: “Conquisteremo altri territori”

Proteste contro Hamas a Gaza
"Basta con la guerra"
Bibi minaccia nuove invasioni

La milizia: "Ostaggi nelle bare"

830 palestinesi uccisi dal 18 marzo

di Irene Di Castelnuovo26 Marzo 2025
26 Marzo 2025
hamas

GAZA CITY – Gerusalemme contro Netanyahu, la Striscia di Gaza contro Hamas. Una voce di protesta contro la guerra unisce i due popoli divisi. Nello Stato ebraico una parte dei cittadini manifesta contro il governo di ultradestra. A non molti chilometri a Sud, precisamente a Beit Lahia, alcuni palestinesi protestano al grido di “Hamas terrorista”: “Tutta la popolazione di Gaza si rivolga ai propri anziani, ai notabili affinché tutti scendano in piazza domani per chiedere la fine della guerra e del governo della milizia”.

Mohammed, un partecipante che ha preferito non dire il suo cognome, ha esplicitato all’agenzia France-Presse perché si trovasse lì: “Ho partecipato per mandare un messaggio a nome del popolo: basta con la guerra”. 

Il botta e risposta Hamas-Israele

Pronta la risposta del gruppo paramilitare, che ha già annunciato una mobilitazione per il 28, 29 e 30 marzo, inviando un monito a Israele: “Ogni volta che l’occupazione tenta di recuperare i suoi prigionieri con la forza, finisce per riportarli indietro nelle bare”. La controparte non si è fatta attendere: “Quanto più Hamas persisterà nel suo rifiuto di rilasciare i nostri ostaggi, tanto più forte sarà la pressione che eserciteremo”, ha dichiarato il primo ministro Netanyahu alla plenaria della Knesset.

Il bilancio delle vittime

È passata poco più di una settimana dalla ripresa dei combattimenti nella Striscia di Gaza. Dove prima c’era vita e fermento, ora solo macerie e desolazione. Gli attacchi israeliani, ricominciati il 18 marzo, hanno ucciso almeno 830 persone di cui 38 uccise nelle ultime 24 ore. Lo ha dichiarato il ministro della Salute del governo di Hamas. Così il bilancio delle vittime palestinesi a partire dal 7 ottobre 2023 sale a più di 50mila.


Il fucile delle Idf non risparmia nessuno. Tra le vittime figurano anche due giornalisti: un corrispondente per Al Jazeera, Hossam Shabat (23), e Mohammed Mansour (29), corrispondente per il giornale giapponese Asahi Shimbun. Il quotidiano di Tokyo palesa tutta lo sgomento. “Gli attacchi contro i civili, compresi i giornalisti, non possono essere tollerati in nessuna circostanza”, si legge nel comunicato.

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