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HomeEsteri Hamas a Trump: “Incontri i detenuti palestinesi”. La Cina chiede il cessate il fuoco

Trump rifiuta il piano
dell'Egitto per Gaza
La Cina: "È palestinese"

Crisi umanitaria nella Striscia

"Scorte di cibo per meno di 15 giorni"

di Alessio Garzina07 Marzo 2025
07 Marzo 2025

Gaza | Foto Ansa

WASHINGTON – Il Dipartimento di Stato americano ha reso noto che il piano egiziano per la Striscia di Gaza “non soddisfa le aspettative” del presidente Donald Trump. La dichiarazione è arrivata giovedì sera, 6 marzo, segnando una posizione critica degli Stati Uniti rispetto alla proposta avanzata dal Cairo. Un giudizio che appare in contrasto con le parole di Steve Witkoff, inviato speciale di Trump per il Medio Oriente, che in precedenza aveva definito il piano “un primo passo in buona fede”. 

Nel frattempo, la tensione a Gaza resta alta. Hamas ha avvertito che eventuali nuovi attacchi israeliani metterebbero in pericolo la vita degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia. Secondo le stime, sarebbero almeno 24 gli israeliani ancora in vita tra quelli rapiti il 7 ottobre 2023, mentre 35 sarebbero già morti.

Hamas ha chiesto a Donald Trump di incontrare anche i prigionieri palestinesi liberati durante la tregua in corso a Gaza, dopo che il presidente degli Stati Uniti ha ricevuto gli ex ostaggi israeliani alla Casa Bianca. Basem Naim, leader del movimento, ha scritto una lettera aperta sottolineando che, così come ha riconosciuto la “sofferenza insopportabile” vissuta dagli ostaggi israeliani, Trump dovrebbe mostrare lo stesso rispetto nei confronti dei palestinesi detenuti e rilasciati, dedicando loro del tempo per ascoltare le loro storie e comprendere le difficoltà che hanno affrontato.

Da parte sua, Trump ha ribadito il pieno sostegno a Israele, garantendo aiuti militari per “finire il lavoro”. Un messaggio in linea con le parole del nuovo capo di Stato maggiore dell’Idf Eyal Zamir: “Dobbiamo sconfiggerli. Gli ostaggi sono la nostra massima priorità”, ha dichiarato durante un incontro con le comunità israeliane vicine a Gaza.

Stop agli aiuti, Pam: “A Gaza resta cibo per meno di due settimane”

Sul fronte umanitario, il Programma alimentare mondiale (Pam) lancia l’allarme: a Gaza le scorte di cibo basteranno per meno di due settimane, mentre la carenza di carburante rischia di bloccare la panetterie e i trasporti degli aiuti. La popolazione vive nel terrore per ciò che potrebbe accadere, mentre in molti si chiedono come l’Onu e i governi possano permettere che Israele usi la fame come strumento di guerra. Ma Tel Aviv non si ferma, né a Gaza né in Cisgiordania, dove la demolizione di interi quartieri nei campi profughi palestinesi procede a un ritmo allarmante.

Pechino: “Gaza è dei palestinesi”

A prendere posizione è anche la Cina. Il ministro degli Esteri Wang Yi ha infatti chiesto un cessate il fuoco “duraturo” e un maggiore impegno per la pace. “Se le grandi potenze vogliono davvero aiutare il popolo di Gaza, devono promuovere un cessate il fuoco globale e aumentare gli aiuti umanitari” ha dichiarato Wang.

Il diplomatico cinese ha poi criticato apertamente le posizioni di Trump sulla Striscia: “Gaza appartiene ai palestinesi: cambiare lo status con la forza non porterà la pace, ma solo nuovo caos” – ha affermato – “Senza pace in Medio Oriente, non ci sarà stabilità nel mondo”.

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