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“Ha copiato Gomorra”. Saviano condannato per plagio. Ma lui non ci sta e annuncia ricorso in Cassazione

di Claudio Paudice23 Settembre 2013
23 Settembre 2013

saviano-robertoRoberto Saviano e Mondadori condannati per plagio. Il giornalista napoletano, secondo la sentenza della Corte d’Appello di Napoli, avrebbe riprodotto illecitamente nel suo best-seller Gomorra tre articoli dei quotidiani Le Cronache di Napoli e Corriere di Caserta. I giudici hanno quindi condannato scrittore ed editore al risarcimento di 60mila euro a favore della società editrice dei due giornali, la Libra.

La replica. Ma Saviano ha già annunciato che ricorrerà in Cassazione. In una lunga replica pubblicata sul suo profilo facebook, ha scritto che “in questi lunghi anni sotto scorta, nel corso dei quali ho affrontato molti attacchi, quel che in assoluto più mi ha ferito sono state le accuse di plagio”. Secondo Saviano la società Libra lo avrebbe accusato perché nel 2008, in occasione del Festival della Letteratura di Mantova, raccontò “la grammatica di alcuni quotidiani in terra di camorra. Immediata arrivò la citazione in giudizio da parte dell’editore dei quotidiani di cui avevo parlato”.  “Per la Libra Editrice – il cui vecchio editore, Maurizio Clemente, è stato già condannato a otto anni e mezzo di reclusione per estorsione a mezzo stampa – Gomorra era interamente tratto dai loro quotidiani” continua Saviano. E annuncia il ricorso in Cassazione: “I giudici hanno ritenuto che due passaggi del mio libro avrebbero come fonte due articoli dei quotidiani di Libra. Neanche due pagine su un totale di 331. Anche se si tratta dello 0,6% del mio libro, non voglio che nulla mi leghi a questi giornali”.

Altri guai. Saviano dovrà però fare i conti anche con un’altra accusa. Secondo quanto riporta il quotidiano Libero, lo skipper francese Jean Luc Capelle lo avrebbe querelato per diffamazione e chiesto il ritiro delle copie di “Zero, zero, zero”, il suo ultimo libro. In un capitolo Saviano scrive di un sequestro di hashish a Imperia il 29 dicembre 2012 sullo Sheldan, imbarcazione di proprietà dello skipper francese. Capelle non viene citato, ma – è la ragione della querela – non viene neanche esplicitamente escluso dalla vicenda. “Peccato – scrive Libero – che lo skipper avesse affittato l’imbarcazione e fosse estraneo al sodalizio criminale” coinvolto nel sequestro di hashish.

Claudio Paudice

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