Il centro di Roma si sta trasformando in un grande ring a cielo aperto. L’altra notte (tra sabato e domenica scorsi) nell’appena ristrutturata Piazza Cavour oltre 300 ragazzi si sono esibiti in una mega-rissa con tanto di spranghe, caschi e catene; una bolgia improvvisa cui hanno partecipato più o meno attivamente un migliaio di persone e a cui nessuno ha saputo mettere fine.
Nelle intenzioni del Municipio la pedonalizzazione della piazza doveva essere una grande opera di riqualificazione del quartiere; invece sta diventando un nuovo simbolo della movida romana nonché terreno di guerriglia.
Le ipotesi. Per due sabati consecutivi, in maniera apparentemente spontanea, giovani da ogni quartiere hanno infatti replicato la sfida. Per alcuni si tratta dell’ultima moda tra gli adolescenti, la maggior parte di età compresa tra i 14 e i 18 anni, con Facebook nelle vesti di complice involontario; dei “flash mob della violenza” organizzati via internet e studiati nei minimi particolari: dal luogo di ritrovo, alle regole d’ingaggio, fino al tipo di armi consentite; iniziative partire per gioco e poi degenerate, alimentate da alcool e droga.
In mezzo, una città che assiste attonita senza intervenire: dai passanti, inermi e impauriti di fronte a tanta violenza, alle istituzioni che incredibilmente hanno lasciato sguarnito un luogo, per certi versi, sensibile; proprio questo è il paradosso: l’assurdo spettacolo si è consumato a pochi passi da una stazione di Polizia e proprio di fronte al Palazzaccio, sede della Corte di Cassazione; violenza di cui, però, non c’è traccia nei verbali delle forze dell’ordine: nessuno ha sporto denuncia dopo l’accaduto.
Il rischio, concreto, è che la piazza possa trasformarsi in una nuova Campo de’ Fiori divenendo palcoscenico di risse e schiamazzi ogni fine settimana.
Le reazioni. Antonella De Giusti, Presidente del XVII Municipio, ha affidato ad un comunicato tutta la sua preoccupazione: «Quando ho chiamatola Polizia Municipale – afferma – erano al corrente dell’accaduto; ma mi hanno detto di non poter intervenire, avendo solo una pattuglia a disposizione per il servizio notturno».
Circostanza confermata anche dall’unico testimone che ha avuto il coraggio di parlare, il consigliere municipale del PD, Alessandro Pirchio: «I combattimenti – ha raccontato – avvenivano in mezzo al giardino (presente nella piazza) e duravano circa mezz’ora; dopodiché i ragazzi si spostavano verso un’altra parte prima di iniziare un nuovo scontro».
Il Municipio sta già studiando un piano per rafforzare la sicurezza nel quartiere; perché il fenomeno è di quelli da arginare quanto prima. Su Facebook già era in preparazione un nuovo appuntamento per sabato prossimo; evento naturalmente cancellato, così come le pagine da cui partiva l’idea dei raduni.
Marcello Gelardini