BEIRUT – Sale la tensione in Medio Oriente. Hezbollah ha annunciato di aver respinto “il tentativo delle forze nemiche israeliane di avanzare presso la Porta di Fatima”, contrastando le infiltrazioni e facendo “esplodere ordigni”. L’esercito israeliano ha chiesto ai civili di 25 località del Libano meridionale di evacuare immediatamente. Tra le zone a rischio c’è Nabatieh, una delle città più grandi del sud del Paese.
Dopo la pioggia di 200 missili balistici scagliata martedì, primo ottobre, dall’Iran su Israele, in risposta all’uccisione del loro leader Nasrallah, Netanyahu ha avviato la già preannunciata invasione di terra. Ieri otto soldati dell’Idf sono stati uccisi nel sud del Libano nei primi scontri corpo a corpo contro il gruppo sciita. E nei suoi piani potrebbe esserci una reazione ancora più aggressiva.
L’ipotesi dell’attacco ai siti nucleari e il freno di Biden
Su Telegram l’esercito israeliano ha fatto sapere di aver ucciso 15 terroristi di Hezbollah e di aver colpito circa 200 obiettivi “tra cui siti di infrastrutture terroristiche, terroristi, depositi di armi e posti di osservazione”. La rappresaglia di Bibi potrebbe prevedere anche bombardamenti a infrastrutture strategiche dell’Iran, ossia piattaforme petrolifere o di gas, per mettere in ginocchio il Paese. Sullo sfondo c’è infatti l’ombra di un possibile attacco ai siti nucleari iraniani, ipotesi scongiurata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden nel corso di un colloquio telefonico con il premier israeliano.
Se è vero che Bibi ha detto di essere disposto a tutto pur di “vincere insieme” contro “l’asse del male dell’Iran”, sa bene di non poter condurre un attacco su larga scala contro il nemico senza l’appoggio dell’alleato statunitense.
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha infatti minacciato di “ridurre Tel Aviv in cenere in una notte”, mentre per il capo di stato maggiore Mohammad Bagheri “l’Iran colpirà tutte le infrastrutture di Israele se ci sarà una risposta ai missili iraniani”.
Lo scontro tra Onu e Israele. Il ministro Katz: “Guterres persona non grata”
Mentre Biden prova a calibrare la sua posizione, tra le Nazioni Unite e Israele è scontro aperto. Il ministro degli Esteri israeliano Katz ha fatto sapere che il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres è “persona non grata” nello Stato ebraico. Risposta, questa, alla prima reazione del segretario per non aver “menzionato Teheran per nome condannando inequivocabilmente la sua grave aggressione”. Non solo. A complicare i rapporti anche l’ambasciatore israeliano all’Onu Danny Danon che, nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza, ha dichiarato: “Il silenzio, le richieste quotidiane alla de-escalation aiutano l’Iran. Teheran deve pagare, tutto il resto è complicità”.
Meloni riunisce il G7 e chiede di rafforzare Unifil
Spinta dalle tensioni crescenti in Medio Oriente, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato ieri una riunione d’urgenza, via telefono, dei Paesi del G7. Un colloquio che ha portato i sette a dichiarare che “una soluzione diplomatica è ancora possibile” ma solo con una de-escalation in Libano e un cessate il fuoco a Gaza. L’Italia, inoltre, preme affinché si rafforzi il ruolo di Unifil, la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri Tajani ha assicurato che il contingente italiano non verrà ritirato. Per il ministro della Difesa Guido Crosetto bisogna consentire a Unifil di “esercitare una reale deterrenza all’uso della forza, contemplando la possibilità di operare anche autonomamente, senza le forze libanesi”.
L’Iran prepara i funerali per Nasrallah
Secondo l’Idf, nelle ultime ore sono stati lanciati dal Libano più di 50 razzi e due droni verso il nord di Israele. Nel frattempo, i media iraniani hanno annunciato che domani, 4 ottobre, si terranno i funerali del capo di Hezbollah Nasrallah, ucciso il 27 settembre in un raid aereo israeliano a Beirut. Nuovi dettagli sulla sua morte arrivano dal ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib che, intervistato dalla Cnn, ha rivelato che Nasrallah aveva accettato un cessate il fuoco con Israele poco prima di essere ucciso.