GAZA CITY – Il direttore regionale dell’Unicef per il Medio oriente e il Nord Africa Adele Khodr lancia l’allarme: “L’uccisione e la mutilazione di bambini, il rapimento, gli attacchi a ospedali e scuole e la negazione dell’accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini”. Negli ultimi 18 giorni, infatti, nella Striscia di Gaza è stato registrato un bilancio devastante: più di 400 bambini uccisi o feriti ogni giorno. Inoltre, più di 30 bambini israeliani hanno perso la vita e decine sono ostaggi a Gaza. “Questo periodo di 18 giorni – sottolinea l’Unicef – rappresenta l’escalation più letale delle ostilità nella Striscia di Gaza in Israele a cui l’Onu abbia assistito dal 2006”. Quasi tutti i bambini della Striscia sono stati esposti a eventi traumatici profondamenti angoscianti, segnati da distruzione diffusa e attacchi incessanti. L’agenzia Onu lancia un appello a tutte le parti affinché stabiliscono un cessate il fuoco: “Se non si allentano le tensioni e se non si autorizzano gli aiuti umanitari, compresi cibo, acqua, forniture mediche e carburante, il numero di morti giornaliero continuerà a salire”, ha affermato ancora Khodr. A morire, però, non sono soltanto i bambini. Nelle ultime 24 ore negli attacchi israeliani su Gaza sono rimasti uccisi 704 palestinesi, tra i quali 305 minori. Lo ha reso noto il ministero della Sanità locale. Si tratta del più alto numero di morti in un giorno dall’inizio delle ostilità.
Israele uccide il comandante di Hamas Taysir Mubasher
Ostilità che nella mattina del 25 ottobre hanno portato all’uccisione del comandante di Hamas del battaglione Nord di Khan Younis Taysir Mubasher, in precedenza comandante dell’unità navale di Hamas e con un passato nella fabbricazione di armamenti, secondo quanto riportato dalle forze di difesa e i servizi segreti israeliani. Mubasher era accusato di attacchi contro gli Israele e, stando a quanto riportano i media israeliani, era un parente di Mohammed Deif, comandante del braccio armato di Hamas, il “fantasma” di gaza considerato la mente dell’attacco del 7 ottobre.
Gli attacchi israeliani in Cisgiordania
Le operazioni contro Hamas si sono sviluppate anche in Cisgiordania. Durante un incontro con i dirigenti degli insediamenti ebraici, il generale israeliano Avi Bluth ha affermato che “in questa guerra contro Hamas noi ci siamo tolti i guanti anche in Cisgiordania”. Dall’inizio della guerra, Israele ha dichiarato di aver arrestato 930 ricercati, di cui 600 membri di Hamas. “Siamo determinati a ripulire i nidi del terrorismo, per garantire la sicurezza degli abitanti negli insediamenti”, ha aggiunto il generale Bluth. Secondo il movimento dei coloni in Cisgiordania, oggi, risiedono oltre 500 mila israeliani. A testimoniare le parole del generale un attacco israeliano durante la notte in Cisgiordania ha ucciso tre persone e ferito molte altre vicino al campo profughi di Jenin. Alle prime ore del mattino, “l’Idf e le forze della polizia di frontiera israeliana hanno condotto una attività antiterrorismo a Wadi Bruqin, nell’area di Jenin”, scrivono le Forze israeliane su Telegram, e hanno arrestato due individui sospettati di coinvolgimento in attività terroristiche. Inoltre, le Forze hanno aperto il fuoco contro i terroristi armati. In risposta, un drone dell’Idf ha colpito a sua volta. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), dall’inizio del conflitto almeno 95 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania.