GAZA – Per la seconda volta la tregua tra Israele e Hamas è stata prolungata e questa volta per altre 24 ore. Il consigliere di Netanyahu, Mark Regev, ha dichiarato in un’intervista alla Cnn che Israele accetterà di estendere la tregua per ogni giorno in cui Hamas libererà “dieci ostaggi in vita”. La tensione, però, resta sempre alta tra i due fronti opposti. Due israeliani sono stati uccisi e otto feriti in un attacco armato avvenuto oggi, 30 novembre, a Gerusalemme. L’agenzia Ynet ha riferito che due attentatori, che sono poi stati uccisi, hanno sparato dei colpi di arma da fuoco ad una fermata del tram sul boulevard Weizman all’ingresso della città. I responsabili sono stati identificati e collegati ad Hamas. Nella loro auto sono stati ritrovati centinaia di proiettili. L’ipotesi è che progettassero un attacco su larga scala. Il ministro della difesa Benny Gantz ha sottolineato sul social X che l’attacco terroristico è “un’ulteriore prova del nostro obbligo di continuare a combattere con forza e determinazione contro il terrorismo omicida”. In riferimento all’attacco, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che il governo “continuerà ad espandere la distribuzione di armi ai civili” perché “questa è una misura che si è dimostrata più volte necessaria nella guerra contro il terrorismo”. Nel frattempo, è stato confermato di matrice palestinese un attentato avvenuto poche ore dopo quello di Gerusalemme a Beqaot nella valle del Giordano. Due soldati sono stati travolti da un veicolo e sono stati feriti in modo leggero. L’assalitore è stato ucciso e l’esercito sta cercando in zona possibili complici.
La tregua per liberare gli ostaggi
Continua il rilascio degli ostaggi. Questa mattina Hamas ha consegnato alla sicurezza egiziana e alla Croce Rossa dieci israeliani e quattro lavoratori thailandesi che sarebbero dovuti arrivare ieri sera. Ora saranno trasferiti dal valico di terra di Rafah a quello di Kerem Shalom e andranno in aereo in Israele. Morti, invece, un ostaggio ventisettenne rapito al rave party del 7 ottobre nel deserto del Negev e il neonato di dieci mesi Kfir Bibas, rapito dal kibbutz di Nir Oz, il più piccolo tra i prigionieri.
La diplomazia al lavoro
Il segretario di stato americano Antony Blinken ha incontrato oggi a Gerusalemme il presidente israeliano Isaac Herzog e ha raccomandato di proseguire i contatti per la tregua perché “questo processo ha prodotto dei risultati”. Inoltre ha dichiarato che “non vede l’ora” di tenere “colloqui approfonditi con il governo israeliano sulle prospettive per Gaza. Ha ribadito inoltre che gli Stati Uniti sostengono il diritto di Israele all’autodifesa. Il presidente Usa, Joe Biden, ha fatto eco al suo partner di governo scrivendo in una nota che resta determinato a garantire il rilascio di ogni persona rapita da Hamas. Per il momento, quasi 100 ostaggi sono stati liberati.
Cohen annuncia che la guerra prosegue
Il ministro degli esteri israeliano, Eli Cohen, ha confermato al vertice Osce di Skopje che dopo la tregua, la guerra di Israele ad Hamas continuerà “finché non saranno liberati tutti gli ostaggi e non elimineremo Hamas-Isis” e ha aggiunto che “il mondo dovrebbe essere unito” nell’annullamento dell’organizzazione terroristica palestinese.