KIEV – Le forze russe potrebbero spingersi fino a Kiev e Leopoli se Mosca lo ritenesse necessario. “Niente può essere escluso” ha detto il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Russia, Dmitrij Medvedev che non vuole uno scontro diretto con la Nato ma risolvere il conflitto “pacificamente attraverso i negoziati”. Intanto le truppe di Putin hanno bombardato l’oblast di Sumy, nel nord-est dell’Ucraina, colpendo quattro comunità: Novoslobidske, Bilopillia, Velya Pysarivka e Hlukhiv. L’esercito russo ha attaccato anche Kryvyi Rih, città natale di Volodimir Zelensky, con cinque droni kamikaze Shahed di fabbricazione iraniana.
La controffensiva ucraina a Bakhmut
Anche nella regione del Donetsk continuano i raid russi. Cinque persone sono morte nella città di Kostiantynivka; il missile ha colpito un centro di accoglienza umanitaria per i civili. E sul fronte di Bakhmut il capo delle forze di terra ucraine Oleksandr Syrsky ha annunciato l’inizio della controffensiva nella città. “Stanno perdendo molte forze e si stanno esaurendo – ha scritto su Telegram il militare – molto presto coglieremo questa opportunità come abbiamo fatto vicino a Kiev, Kharkov, Balakliya e Kupjansk”.
L’incontro Xi-Zelensky
Sul versante diplomatico invece, dopo l’incontro a Mosca tra il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin, Pechino difende la sua posizione sulla guerra in Ucraina accusando gli Stati Uniti di “egemonia e bullismo” e di ostacolare gli sforzi per i colloqui di pace. Nel frattempo continuano i lavori per un incontro tra il leader asiatico e il presidente ucraino Zelensky. Al momento ci sono difficoltà nell’organizzare la conversazione telefonica tra i due capi di stato “a causa dell’attuale mancanza di una posizione chiara da parte della Cina” come ha spiegato il consigliere presidenziale ucraino Mikhail Podolyak. Diversa la risposta di Pechino. La portavoce del ministro degli Esteri cinese Mao Ning non ha fornito informazioni sulla possibilità di una telefonata tra Xi e Zelensky. “La Cina ha sempre sostenuto una posizione obiettiva ed equa – ha detto la portavoce – e si è sempre schierata con fermezza dalla parte della pace, del dialogo e della correttezza storica”.
Le minacce di Mosca
Aumentano gli sforzi dell’Unione europea e degli Stati membri per soddisfare le esigenze militari dell’Ucraina. È stato raggiunto l’accordo per la consegna di munizioni di terra, di artiglieria e di missili. Nella giornata di ieri sono arrivati all’Ucraina i primi Mig–29 da parte della Slovacchia. “Un altro passo che indica che i paesi della Nato e dell’Ue continuano il percorso verso l’escalation del conflitto, cercando di trascinarlo e di combattere fino all’ultimo ucraino” ha detto il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko.