Carri armati e blindati dell’esercito turco e delle milizie arabe filo-Ankara sono entrati questa mattina nel nord della Siria per sferrare un attacco a Kobane dal fronte occidentale. Il piano militare è attraversare l’Eufrate, confine naturale della regione amministrata dai curdi-siriani, costruendo un ponte temporaneo sul fiume, per poi attaccare prima l’area curda di Zormagar, Kobane e Ayn al Arab.
Intanto, secondo l’agenzia di stampa ufficiale siriana, le prime truppe di Damasco sono entrate a Tell Tamer, città situata a circa venti chilometri dal confine turco, e sono avanzate nel nord-est siriano raggiungendo Ayn Issa, tra Raqqa e il confine turco. Questi movimenti sono la conseguenza dell’accordo di ieri tra le forze curdo-siriane e il governo siriano, mediato dalla Russia, per fermare l’offensiva di Ankara.
Fonti locali riferiscono che nelle ultime ore si sono verificati scontri armati tra le forze curde e militari governativi siriani a Qamishli, nella Siria nord-orientale, quando i siriani hanno tentato di uscire dal “perimetro di sicurezza” in cui si trovano da anni, circondati dai curdi. Qamishli è il capoluogo della provincia della Jazira della regione semi-autonoma curdo-siriana. Ma è anche sede dell’aeroporto internazionale, controllato dalle forze governative, che dal 2011 sono rimaste a guardia di un perimetro di sicurezza all’intero della città.
Il presidente turco, Recep Tayip Erdogan, si è espresso sui successi raggiunti fino ad ora: sarebbero 500 i terroristi “neutralizzati” nell’offensiva della Turchia contro le milizie curde nel nord-est della Siria. Poi ci sarebbero altri 50 miliziani, di cui 26 feriti e 24 arresi. La cifra è stata fornita dalla Difesa di Ankara questa mattina.