La guerra in Ucraina rischia di generare numerose opportunità per le organizzazioni criminali. Su armi, soldi sporchi e tratta di donne, infatti, le mafie fanno affari. Spesso già in passato guerra e criminalità organizzata sono andate di pari passo.
Secondo i dati dell’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia, lo scorso anno nel nostro Paese sono arrivati bonifici diretti dalla Russia per 13 miliardi di euro, cinque dei quali “sospetti”. Frutto cioè di un possibile lavoro di riciclaggio. Questi soldi sono stati infatti utilizzati per comprare pacchetti azionari di aziende, alberghi e ristoranti o immobili di lusso, o depositando liquidità importante sui conti correnti.
Tuttavia, come afferma il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, “L’oro della guerra non è il denaro, ma le armi”. Si tratta di un’opportunità per il futuro. “Le mafie – continua De Raho – stanno già immaginando come fare soldi tra un po’: in questo la ricostruzione sarà una grandissima opportunità”. “Ancora oggi gli arsenali sono costituiti per lo più da residuati post bellici – dice invece Nicola Gratteri, procuratore antimafia di Catanzaro -. La cocaina costa di meno se scambiata con un kalashnikov. Ecco, il conflitto in Ucraina è una grande opportunità soprattutto per questo”.
Infine, c’è il capitolo donne e bambini. Le loro tratte, infatti, sono gestite da scafisti che hanno già sostituito le barche a vela con i pullman e hanno aumentato i costi del biglietto fino a 500 euro a passaggio per gli adulti e 200 per i bambini. Da giorni fanno la spola soprattutto dal confine moldavo e romeno verso destinazioni europee.