Da venerdì 15 ottobre il green pass diventerà obbligatorio in tutti i posti di lavoro, pubblici e privati. Si tratta di un provvedimento che interesserà 23 milioni di persone in tutta Italia e che, con l’avvicinarsi della data in cui verrà introdotto, continua a sollevare numerose polemiche.
Sono 3,3 milioni, infatti, i lavoratori italiani senza nemmeno una dose di vaccino. Molte imprese hanno chiesto la proroga del provvedimento e la spesa dei tamponi a carico dello Stato. Il vero problema, però, sembra essere nel settore pubblico dove si prospetta il serio rischio di una paralisi. A lanciare l’allarme sono i sindacati, molto preoccupati dalla situazione assenze e carenze nei controlli.
La bozza del Dpcm
Per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all’erogazione di servizi essenziali, i soggetti preposti alla verifica” del Green pass “possono” richiederlo ai lavoratori “con l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore, ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro”. Le aziende Lo prevede la bozza di dpcm.
Per i controlli del Green pass effettuati con App, “è fatto esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (qr code) delle certificazioni verdi Covid-19 sottoposte a verifica”.
Il sistema Tessera sanitaria, si legge ancora nella bozza, “acquisisce tramite apposito modulo online, reso disponibile sul portale nazionale della Piattaforma” del pass, “i dati relativi alle vaccinazioni effettuate all’estero dai cittadini italiani e dai loro familiari conviventi nonché dai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale che richiedono l’emissione della certificazione in Italia per avere accesso ai servizi e alle attività”, incluse quelle di lavoro.
Grillo chiede l’intervento dello Stato sui tamponi
“I lavoratori senza vaccino potrebbero essere 3-3,5 milioni, su 23 milioni, il 13%-15% circa. Se lo Stato decidesse, come auspicabile, di pagare i tamponi per entrare in azienda servirebbe circa 1 miliardo di euro fino a dicembre 2021”. Lo ha scritto su un post di Facebook il fondatore del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo.
Confindustria: “Chi provoca danni, paghi”
I lavoratori senza green pass rischiano anche una causa per risarcimento danni. A sostenerlo è una circolare di Confindustria che sottolinea come gli assenti ingiustificati potrebbero essere chiamati a risarcire i danni eventualmente causati dal loro comportamento. Anche se il lavoratore non è licenziabile, la circolare precisa che “l’azienda si riserva di valutare le eventuali conseguenze negative delle scelte personali sull’organizzazione del lavoro e sull’attività produttiva”.