“Fanno la legge poi c’è l’inghippo, è sempre così. Noi una legge così come l’ha fatta il Pd non la voteremo mai” così il leader dei 5 Stelle Beppe Grillo fuori l’aula di Montecitorio, commentando la delibera che stabilisce un freno alle pensioni a vita a favore dei politici condannati in via definitiva. Poi una frecciata alla stampa: “La gente lo deve sapere, ma so già quello che succederà: dopo il nostro no tutti titoleranno ‘Grillo contro l’abolizione dei vitalizi’”.
Nel suo blog il leader ha poi definito apertamente il provvedimento una “farsa”. “Non è una soppressione, ma una semplice sospensione”, incalza Grillo, sottolineando come lo stop ai vitalizi possa essere frenato dal ricorso alla riabilitazione del condannato, che dopo 3 o 10 anni (a seconda della gravità del reato) può chiedere al giudice la decadenza delle pene accessorie.
“La stragrande maggioranza dei politici condannati saranno salvati, così come i loro amici di tangentopoli, a pagare sarà solo una piccola cerchia”. E prosegue” Ancora una volta la casta si è autoassolta e continuerà a godere di vitalizi pagati dai cittadini italiani. Avevamo chiesto solo 4 modifiche per votare il provvedimento [includere allo stop il massimo della pena di 4 anni e l’abuso d’ufficio, escludere la riabilitazione e la reversibilità in caso di decesso, ndr], non siamo stati ascoltati”.
Le reazioni di Grillo rappresentano quelle del suo gruppo parlamentare. Nella mattinata di ieri, al Senato, dai seggi del Movimento si è ascoltato distintamente il grido “Questa è un’indecenza!” rispondere all’affermazione polemica del senatore Pd Ugo Sposetti che aveva definito la delibera “un’operazione per lisciare il pelo all’antipolitica”.
Stelio Fergola