HomePolitica “I fondi europei finiscono alla mafia”. Grillo fa scintille a Strasburgo

“I fondi europei finiscono alla mafia”. Grillo fa scintille a Strasburgo

di Roberto Maria Rotunno02 Luglio 2014
02 Luglio 2014

grillo_strasburgDove finiscono i fondi erogati dall’Europa all’Italia? Secondo Beppe Grillo, la risposta è semplice: alla criminalità organizzata. Il leader del Movimento 5 stelle è infatti intervenuto ieri a Strasburgo, in occasione dell’esordio europeo pentastellato e ha invitato provocatoriamente l’Unione a chiudere i rubinetti per evitare di andare a finanziare mafia, ‘ndrangheta e camorra. “I finanziamenti – ha affermato Grillo – scompaiono in tre regioni: Sicilia, Calabria e Campania”.

La posizione di Grillo sull’Unione europea è nota a tutti. I registri linguistici del comico anche. E infatti, nel “primo giorno di scuola” dei suoi uomini a Strasburgo, non ha tradito le aspettative. A cominciare dalle critiche all’Inno alla gioia, brano simbolo dell’Unione europea. Durante l’esecuzione, Nigel Farage, l’alleato britannico del Movimento 5 stelle, ha voltato le spalle in segno di protesta. E il comico genovese ha difeso il gesto simbolico: “”Basta con l’Inno alla gioia. – ha aggiunto – L’ha usato Hitler per i compleanni, l’hanno usato Mao e Smith in Rhodesia. Basta!”

I penta stellati si preparano dunque a dimostrare con i fatti di essere in grado di proporre una nuova idea di Europa. E soprattutto di svolgere il ruolo che da sempre permette loro di registrare il consenso di una vasta fetta di popolazione: quello di fungere da sentinella del potere e rendere i cittadini consapevoli e partecipi delle scelte prese tra Strasburgo e Bruxelles. Il primo obiettivo di Grillo è quello di contrastare la politica di austerity che impone severi parametri sul rapporto tra deficit e prodotto interno lordo.

Sul fiscal compact, un peccato di originalità del comico che ripropone una battuta già utilizzata ma pur sempre efficace: “Ci rassicurano che le cose vanno meglio, che la crisi sta passando, che si intravede la luce alla fine del tunnel, ma sono i fari di un treno chiamato fiscal compact che ci viene addosso”. Il leader pentastellato ha provato a dimostrare che bisogna invertire la rotta alla luce dei numeri forniti da Confindustria i quali raccontano di povertà e disoccupazione in aumento, crollo del Pil e produzione industriale assieme a consumi delle famiglie e investimenti. Dati che, secondo l’analisi grillina, dipendono dalle politiche di rigore cui l’Italia è costretta in ambito comunitario.

Col solito gioco di battute tra provocazioni e vittimismo e tramite i soliti attacchi alla casta di politici e giornalisti, Grillo ha sguinzagliato i suoi cani da guardia nel Parlamento europeo. Che sarà nuovamente presieduta da Martin Shultz, candidato socialista alla presidenza della Commissione sconfitto alle ultime elezioni. E anche quest’ultimo non è stato risparmiato dalle invettive del comico: “E’ venuto in Italia – ha detto – a fare campagna elettorale contro di me con soldi pubblici”. Il nuovo Gruppo europeo della libertà e della democrazia diretta è realtà. Le critiche all’alleato Farage, descritto come “misogino, xenofobo e omofobo”, non hanno fermato Grillo. La bandiera blu dell’Unione europea da oggi ha altre cinque stelle. Non perché siano aumentati gli stati membri, ma perché i nuovi eurodeputati promettono scintille.

Roberto Rotunno

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