In un post apparso due giorni fa sul blog di Beppe Grillo, il cui titolo omaggia uno dei più grandi successi di Mina “E se domani”, il guru dei 5 stelle offre un nuovo contributo alle sorti della geopolitica nazionale ipotizzando una divisione dell’Italia in macroregioni, con tanto di cartina colorata che delinea i confini di una nuova realtà, lontana dall’idea di una nazione covo di regioni “poltronificio”.
L’Italia è un’ “arlecchinata di popoli” Il comico auspica venti di secessione attraverso quel web che unisce i suoi fedelissimi in un serrato proselitismo virtuale e lo fa raccontando la sua personalissima storia d’Italia, “una storia brutale” la definisce Grillo “la cui memoria non ci porta a gonfiare il petto, ma ad abbassare la testa”, giudicando il Paese un’ “arlecchinata di popoli, lingue e tradizioni che non ha più alcuna ragione di stare insieme” e lo Stato “un ignobile raccoglitore di interessi privati gestito dalle maitresse dei partiti”, guidato da “un signore di novant’anni”.
Laddove Alessandro Manzoni auspicava in nobili versi patriottici un’Italia che fosse “una d’arme di lingua, d’altare”, Beppe Grillo sogna la distruzione di quel “castello di carte costruito su infinite leggi e istituzioni gestito da partiti autoreferenziali e inconcludenti”.
La divisione di Grillo Rispolvera l’identità di Stati come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie, Beppe Grillo, contemplando la necessità di decentralizzare poteri e funzioni a livello di macroregioni e la possibilità di un referendum per l’annessione della Lombardia alla Svizzera, la Valle d’Aosta alla Francia e l’Alto Adige all’Austria. Il Ducato di Savoia, la Repubblica di Genova, le Repubbliche di Firenze e di Siena, un Regno di Napoli che fagociti, insieme alla Campania, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Puglia. Infine una Sardegna indipendente. Questo il “nuovo” assetto disegnato e pensato dal comico genovese a dispetto di quel “sangue” che cuce strettamente le regioni d’Italia, simile a una linea infrangibile.
Qualcuno, sul blog, replica alle accuse di chi tende, troppo superficialmente, ad accomunare gli atteggiamenti di Grillo all’ideologia leghista che aveva fatto del federalismo politico e fiscale, dell’attacco alle istituzioni centrali italiane, del marcato euroscetticismo, il proprio cavallo di battaglia.
Le reazioni della LegaImmediato il commento della Lega che rincara la dose al progetto dei 5 stelle. “Liberi e indipendenti, da Roma e da Bruxelles! Benvenuto Grillo, basta che non cambi idea come su Euro e immigrazione” dichiara il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini. “Se dai una mano alla Lega non ci ferma nessuno. E magari comincia a sostenere il referendum per un Veneto Indipendente” incoraggia il segretario del Carroccio che annuncia una “battaglia comune” condotta con il leader dei 5 stelle, purché non si lotti soltanto “a parole”.
Il governatore della regione Lombardia, Roberto Maroni, retwittando sul suo profilo alcune frasi del leader M5s, ritiene invece che le “dichiarazioni leghiste” di Grillo stimolino “opinioni contrastanti”. A dargli il benvenuto nella “casa degli autonomisti” è Luca Zaia, presidente della regione Veneto, che afferma: “Il tema dell’ indipendenza è apolitico. Viene dal popolo”. E a chi gli chiedeva se fosse da mettere in conto un’ eventuale alleanza tra M5S e Lega nord, Zaia risponde: “Le alleanze sono tutt’ altra cosa. Speriamo, comunque, che questo sforzo comune porti l’indipendenza ai territori che la chiedono”.
Un dibattito che cade alla vigilia del 17 marzo, in cui ricorre l’anniversario dell’Unità d’Italia. Una storiella troppo vecchia per Grillo, lunga 153 anni.
Samantha De Martin