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Grillo contro gli immigrati in concorrenza con la Lega: «Rispediamo a casa i clandestini»

di Roberto Maria Rotunno21 Ottobre 2014
21 Ottobre 2014

beppe-grillo-640Un Beppe Grillo in versione Matteo Salvini, ma senza bandiere verdi e piazze acclamanti. La piazza per la svolta anti-immigrati del leader a cinque stelle è la solita: il web. Ma il registro è lo stesso: «I clandestini vanno rispediti a casa», ha scritto sul blog che da alcuni anni rappresenta l’house organ del MoVimento. Il post è breve e molto chiaro, Grillo si affida alla retorica tanto cara a una Lega Nord in costante crescita nei sondaggi, probabilmente proprio per sfidarla sul terreno elettorale rincorrendola – come ha osservato Salvatore Merlo sul Foglio di oggi – sui temi che da sempre sono alla base della propaganda padana.
La politica suggerita da Grillo, insomma, è orientata all’accoglienza dei profughi, quelli cioè che scappano da guerre e persecuzioni, ma all’espulsione immediata degli immigrati identificati come irregolari. Ma non solo: il leader dei 5 Stelle propone misure particolarmente stringenti per difendere le frontiere italiane dal contagio di Ebola, che secondo Grillo sarebbe imminente. “Chi entra in Italia ora deve sottoporsi alla visita medica obbligatoria”, ha aggiunto nel post ripreso da tutti i giornali.
Non è la prima volta che Grillo lancia affondi contro gli immigrati. Solo poche settimane fa, aveva dichiarato che gli immigrati sono portatori di tubercolosi. E in ogni caso, tutti gli interventi del comico in tema di accoglienza avevano sempre ottenuto critiche “da sinistra”, ma anche dalla base che lo ha talvolta accusato di assumere posizioni molto vicine alla destra xenofoba e populista. Invadendo un terreno storicamente occupato dalla Lega Nord che con il nuovo leader Matteo Salvini è tornata a cavalcare con forza la campagna anti-immigrati. Proprio il segretario leghista, interpellato circa l’affondo di Grillo, ha accusato il comico di incoerenza: «Peccato – ha affermato ieri sera a Otto e mezzo – che i 5 stelle abbiano votato per l’abolizione del reato di clandestinità». Che si tratti o no di strategie del consenso, sembra essersi ufficialmente aperta la guerra all’ultimo voto tra i due maggiori movimenti “anticasta” del panorama politico italiano.

Roberto Rotunno

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